lunedì 11 luglio 2011

Stati Uniti in default



Default ovvero l'incapacità tecnica di un'emittente di rispettare le clausole contrattuali previste dal regolamento del finanziamento.
Il medesimo default che rischia la Grecia che, per quanto piccola, avrebbe conseguenze imprevedibili sull'intera zona Euro.
A paventare l'inimmaginabile è lo stesso Barack Obama durante un'incontro con il Congresso, alla ricerca di sostegno anche da parte dei Repubblicani per scongiurare un'ipotetico fallimento.
Mai in passato un Presidente aveva evocato un simile fantasma è oggi, per la prima volta della storia degli Stati Uniti, la dichiarazione allarmante: "Siamo tutti d'accordo che un default degli Stati Uniti è inaccettabile" .
Obama non ha scelta è chiede aiuto anche all'opposizione pur di scongiurare un'eventualità che potrebbe far cadere nel baratro la prima potenza economica mondiale e il resto del mondo.
"E' possibile mettere a punto un pacchetto che sia bilanciato, con sacrifici condivisi, e che spinga tutte e due le parti a toccare le loro vacche sacre", ha continuato il presidente. "Siamo d'accordo su una serie di tagli alla spesa che renderanno il governo più snello, agile, efficiente".

Un default tecnico, che consiste nel ritardo del pagamento degli interessi dei titoli di stato, anche per pochi giorni, viene considerato dai Repubblicani una soluzione praticabile, che possa costringere la Casa Bianca a tagliare la spesa pubblica.
Tutto questo dopo l'aumento delle spese previsto dal Presidente per sostenere le classi meno agiate e aiutare la ripresa economica.
L'ipotesi è assolutamente inaccettabile per i principali creditori stranieri prima fra tutti la Cina.
Un'ipotesi di default causerebbe uno sconquasso nei mercati mondiali e inasprirebbe le tensioni tra occidente e oriente.
Il dollaro americano diverrebbe carta straccia con buona pace di tutte quelle nazioni che conservano grandi quantità di riserve in valuta.
Il fallimento degli Stati Uniti appare come lo squillo di tromba che precede l'Apocalisse, Obama confida che il senso di responsabilità prevalga sulla politica.
Non possiamo fare altro che sperare.

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