martedì 25 ottobre 2011

Grande fratello 12, satira preventiva



Anche quest'anno va in scena il carrozzone più amato dagli italiani. Nonostante la crisi il Grande Fratello non poteva non esserci ed eccolo, puntuale come la visita alla prostata, ritornare sui grandi schermi per tenerci compagnia fino all'anno che verrà.
Gli effetti della crisi si vedono eccome, infatti gli arredamenti barocchi cedono il posto a poltrone meno appariscenti e in stile povero.
La lista dei concorrenti è lunga ognuno con la sua storia e con il "suo caso umano" particolare. Tutti rigorosamente con una storia personale travagliata o originale da raccontare, a cominciare dalla ragazza di Salerno con il padre assente e la madre non pervenuta, la prima di cui il GF ci racconta la triste storia, tentando pure di strapparci qualche lacrima (troppo presto però, forse era meglio aspettare qualche puntata più in là). Successivo disastro con l'esordio della concorrente Floriana, che si definisce femme fatal e pure bella e acculturata.
Parte subito lo scherzone del GF in cui viene messa a confronto diretto con Ilenia, ragazza meno sicura di sè, fingendo di far decidere ai ragazzi della casa chi tra le due potrà entrare. Floriana a quel punto sfodera tutta la sua personale intelligenza e cade come una pera cotta nel "tranello", lodando la sua superiore cultura e scomodando perfino Oscar Wilde. Quando definisce l'altra concorrente "superficiale" senza manco conoscerla perde l'ultima occasione per starsene zitta, compromettendo definitivamente la già scarsa simpatia suscitata nel pubblico. Ormai la frittata è fatta, lo scherzone viene svelato ed entrambe le concorrenti possono accedere alla casa. Ma una delle due è come fosse già eliminata, indovinate chi.
Fallisce miseramente anche il bluff del principe Indiano cercamoglie, che sopraggiunge in pompa magna in Rolls-Royce, suscitando l'interesse delle ragazze che lo giudicano pure bello. Ma il principe non regge la pressione e dopo due minuti esclama in buon bergamasco "Pota ma quante belle ragazze!". Ecco a voi Kiran 25 anni e indiano solo di origini, che dall'età di 15 anni fa il contadino e si definisce un conquistatore. Da parte femminile e della trasmissione scema completamente l'interesse su di lui.
Il resto dei concorrenti passa in secondo piano (a parte il 20 enne che pur giovanissimo ha avuto un passato turbolento ma ha avuto persino il tempo di un profondo pentimento mistico) ma tutti sono belli giovani e palestrati, ricalcando perfettamente lo stereotipo del medio maschio italiano.
Il GF rappresenta da sempre lo specchio della società italiana e raccoglie un campione di plebaglia dell'Italietta in cui viviamo, ben più significativo dell'indagine ISTAT a cui quest'anno veniamo sottoposti.
Ma così come il GF riflette la società del paese, così la società riflette la classe politica che governa il medesimo, tant'è che anche il Premier ricalca perfettamente la figura del macho Italiano. Il paragone può sembrare forzato ma la scenetta a cui abbiamo assistito durante la conferenza stampa di Merkel e Sarkozy, nella quale si fanno un'imbarazzante sghignazzata alla domande sulle rassicurazioni ricevute dal Premier, sullo stato dell'economia Italiana, è eloquente.
Così come in natura la stessa struttura si ripresenta a scale diverse, se guardiamo il nostro paese con la lente d'ingrandimento lo vediamo collassare in ciò che meglio lo rappresenta e lo generalizza, il GF. E questo è ciò che vede in questo momento il resto del mondo guardando all'Italia.
Ma veniamo alla domanda che tutti a questo punto si staranno ponendo :perché ieri sera ho guardato il GF?
Perché anche io faccio parte della gente che ride di sé stessa, ride del suo riflesso nello specchio e non lo sa.

venerdì 23 settembre 2011

Velocità Curvatura



"Signor Sulu: ci porti a velocità di curvatura".
Questa la celebre frase che il capitano Kirk ripeteva al timoniere della celebre astronave Enterprise di Star Trek.
Viaggiare più veloci della luce ed esplorare mondi lontani, il sogno di milioni di appassionati.
Superare la barriera del tempo per raggiungere luoghi dover mai nessuno è stato prima, sogno che da sempre si è scontrato con la teoria della Relatività di Einstein. Il più grande genio di tutti i tempi ci ha permesso di muovere i primi passi nei misteri dello spazio tempo, permettendoci di immaginare i fenomeni più estremi che legano la materia all'energia. Grazie alle sue formule lo spazio non è più un'entità immutabile, ma può curvarsi fino a chiudersi su se stesso, mettendo in contatto due punti lontani. Ma la teoria, per funzionare, impone un grande vincolo, la velocità della luce è una costante, denominata "C = 300.000" chilometri al secondo. Una Velocità inimmaginabile per i mezzi di oggi, ma già un limite per la mente dell'uomo, che si spinge fino ai limiti estremi del cosmo. Fino ad oggi si assumeva come verità inconfutabile l'impossibilità di muoversi a velocità superiori a quella della luce, precludendo la possibilità di visitare quelle galassie la cui luce ha viaggiato per miliardi di anni. Ma un esperimento condotto nei sotterranei del Laboratorio del Gran Sasso, condotto in collaborazione con il Cern di Ginevra ha cambiato le carte in tavola. Uno sparuto gruppo di neutrini, catapultati dall'acceleratore del Cern di Ginevra verso il rilevatore "Opera" del Gran Sasso, avrebbe percorso i 730 chilometri che separano i due laboratori con un anticipo di 60 miliardesimi di secondo rispetto alla velocita' attesa.
Una differenza impercettibile e appena misurabile, ma abbastanza per dimostrare che i neutrini battono di circa 20 parti per milione i 300.000 chilometri al secondo ai quali viaggia la luce.
I dati sono stati confermati in mattinata ma ora si rendono necessarie verifiche da parte del'intera comunità scientifica. Se i dati fossero definitivamente confermati l'intera fisica moderna andrebbe riscritta, traendo la sconvolgente conclusione che "viaggiare più veloce della luce si può". Ancora una volta l'immaginazione batte i limiti della fisica che l'uomo impone a se stesso.

<< Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell'astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale, diretta all'esplorazione di strani nuovi mondi alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima. >> Star Trek - frase di apertura

lunedì 12 settembre 2011

E-Cat, tra dubbi e complotti



Hyperion, così si dovrebbe chiamare lo scatolotto dei miracoli.
I due luminari inventori dell'E-Cat, quel dispositivo capace di realizzare la fusione fredda, avrebbero deciso di chiamare così l'apparecchio che dovrebbe essere messo in vendita a partire dall'anno prossimo.
Prezzo stimato circa 5000 euro per un reattore pulito in grado di erogare 25 kilowatt per 6 mesi, con una ricarica di poche centinaia di euro.
Se fosse vero sarebbe la soluzione a tutti i problemi energetici dell'umanità, permettendoci di abbandonare i combustibili fossili ed evitando guerre e tensioni tra nazioni che si contendono risorse sempre più limitate.
Sono previsti moduli civili ed industriali, per potenze che variano da pochi kilowatt fino ad arrivare alle decine di Megawatt, con la possibilità di combinare in parallelo le unità in modo da generare una potenza maggiore.
Rossi, uno dei due studiosi, riferisce di essere alla ricerca di un metodo efficace per ottenere elettricità a partire dal calore generato dalla reazione nucleare nichel-idrogeno, promettendo un rendimento di almeno il 33%.
Tuttavia è giallo sugli accordi tra gli inventori e l'azienda greca, la Defkalion, che avrebbe dovuto commercializzare il prodotto.
Focardi e Rossi affermano di avere reciso ogni accordo commerciale con la società, mentre quest'ultima sostiene di avere realizzato una soluzione propria migliore e più efficiente dell'E-Cat.
Un tentativo di estromettere i due italiani?
Alle dichiarazione sono seguite le diffide pubbliche e minaccie di azioni legali.
Nel frattempo si affacciano al progetto numerose aziende americane, desiderose di raccogliere i frutti del genio dei due Italiani, non ultima la NASA che, in una recente dichiarazione, riconosce il funzionamento del reattore.
Sconcertante il silenzio della comunità scientifica, decisa a boicottare la nuova tecnologia e ostinata a definire quella della reazione fredda una "colossale bufala".
Rossi ammette che da qualche tempo si sono messi in moto piccoli gruppi di "serpi" allo scopo di gettare discredito sull'E-Cat e ostacolarne la commercializzazione, ma ha già fatto sapere che, qualora a lui o al collega capiti un qualche "sfortunato incidente", un laboratorio con personale competente è già pronto a continuare il lavoro sul reattore.

venerdì 2 settembre 2011

Guerra in Libia, quale verità



Ombre e dubbi si affacciano sulla nuova Libia.
In una lettera inviata all'emiro del Qatar, il Comitato di Transizione della Libia rivela di aver promesso alla Francia il 35% delle riserve petrolifere del paese.
Questo è il compenso che i "ribelli" avrebbero offerto, in cambio del sostegno militare e del riconoscimento politico da parte di Parigi.
La notizia, diffusa dal giornale Liberation, arriva nel bel mezzo della riunione mondiale dei capi di stato facenti parte del comitato degli "Amici della Libia", causando un notevole imbarazzo per la Francia padrona di casa.
Pronta la smentita da parte del ministro Alain Juppe, secondo cui Governo è completamente all'oscuro di un accordo simile anche se, ammette candidamente, è logico che il suo paese faccia la parte del leone nella ricostruzione della Libia e nella spartizione delle sue risorse energetiche.
Lo stesso Cnt bolla come falsa la rivelazione apparsa sul noto quotidiano Francese.
Tuttavia una semplice smentita non basta a fugare i dubbi su di una guerra voluta fortemente da Sarkozy per ragioni che oramai appaiono quasi esclusivamente economiche.
Scandalosa è stata la disinformazione di tutti i media, che durante tutte le fasi della rivolta non hanno fatto trapelare all'opinione pubblica la reale situazione in Libia.
Quanti Libici erano favorevoli alla rivolta? E' giusto che i disordini scoppiati in un'unica provincia, ad opera di un numero di rivoltosi non quantificato, un'intera nazione debba essere passata per le armi?
Non è scandalosa la possibilità, se pur remota, che i ribelli si possano essere "accordati" con la Francia prima dello scoppio degli scontri, promettendole le risorse energetiche del paese?
Mentre in Libia c'è ancora qualcuno disposto a combattere e morire per Gheddafi, i vincitori definiscono il futuro del paese e si spartiscono la ricca torta energetica.
Inquietante il messaggio del padrone di casa Sarkozy che, mentre elenca nel corso della conferenza i "progressi" ottenuti, lancia un monito agli altri regimi , Iran e Siria:

"Questo è l’inizio di una politica che met­te la forza militare al servizio della protezio­ne di popolazioni che rischiano di essere mar­tirizzate dai propri dirigenti".

Quale sarà il prossimo paese ad essere "salvato"?








mercoledì 31 agosto 2011

Stazione Spaziale a rischio



L'agenzia spaziale russa ha sospeso l'invio di equipaggi umani a bordo della stazione spaziale internazionale.
Un guasto al vettore Semiorka ha causato la perdita un modulo Progress che avrebbe dovuto trasportare i rifornimenti, obbligando Mosca alla sospensione delle missioni spaziali, in attesa di individuare la causa del problema.
A pochi minuti dal lancio del vettore, i computer di bordo hanno rilevato una perdita di pressione che ha causato lo spegnimento del propulsore prima del raggiungimento della necessaria velocità orbitale. Fortunatamente il vettore trasportava esclusivamente rifornimenti per la ISS e nessun astronauta era presente a bordo.
Tuttavia il 22 settembre era in programma la missione con a bordo gli astronauti che dovevano sostituire l'equipaggio "28" attualmente a bordo della stazione e in orbita dal mese di aprile. Missione sospesa, in attesa che la commissione di tecnici Russi e Americani riesca a identificare la causa che ha provocato la perdita delle tre tonnellate di rifornimenti.

I membri della spedizione "28" sono costretti a prolungare la permanenza nella ISS, assieme ai membri dell'equipaggio "29", che sarebbero dovuti rientrare il 16 novembre.
Nonostante a bordo della stazione vi siano provviste sufficienti fino all'anno prossimo, gli equipaggi dovranno necessariamente rientrare sulla terra entro ottobre, per evitare di andare oltre la vità utile del propellente utilizzato dai veicoli di rientro. Il perossido di idrogeno, che alimenta i motori delle capsule Soyuz, si degrada con il tempo.

Se il collegamento non venisse ripristinato l'ISS resterebbe incustodita ed esposta a guasti o inconvenienti che metterebbero a rischio la sua sopravvivenza.
A pochi mesi dalla messa in pensione degli Space Shuttle ci si chiede se la NASA non abbia sottovalutato il problema dei collegamenti umani con la Stazione, affidandosi al vettore Semiorka che, per quanto affidabile possa essere, è derivato dallo stesso che nel 1961 portò Youri Gagarine nello spazio.
Nel frattempo negli Stati Uniti continua la corsa allo spazio da parte dei privati.
La SpaceX, prima azienda privata a lanciare un veicolo spaziale in orbita terrestre e a farlo rientrare, ha un contratto da 1,6 miliardi di dollari per il trasporto di 12 tonnellate di rifornimenti verso la ISS per conto della NASA.
Se i prossimi voli di prova in programma avranno successo, si procederà con la prima missione di aggancio in missione di rifornimento, con l'obiettivo di passare al trasporto dei cosmonauti nei prossimi anni.

Sempre che nei prossimi anni esista ancora la stazione spaziale.
Servono alternative per trasportare astronauti e servono il più presto possibile.
Forse bisognava pensarci prima.

venerdì 19 agosto 2011

Lacrime e sangue per tutti



Grandi manovre alla ricerca dei fondi necessari alla riduzione del deficit.
Si rincorrono voci e smentite circa le proposte che saranno incluse nel testo; dall'aumento delle tasse e del prezzo del carburante, all'eliminazione delle feste nazionali, fino alla cancellazione delle provincie meno estese.
Introdotto anche il cosiddetto "contributo di solidarietà", una supertassa per i redditi più elevati, che in tempi di crisi come questi appare più che giustificata.
Gli Italiani dovranno stringere la cinghia in vista del duro periodo economico che si prospetta, eppure questi provvedimenti straordinari non riescono ad esorcizzare la sensazione di "baratro" in cui l'occidente intero sembra precipitare.
L'Europa lo vuole e l'Italia risponde, o almeno, lo vuole l'Europa che conta.
E'indubbio che il duetto Sarkozy-Merkel abbia le redini dell'intera Eurozona e da loro dipende la sopravvivenza del progetto di UE. I due pesi massimi impongono ricette di austerity che stanno portando allo sfacelo i paesi più deboli, misure che, come in Grecia, gravano interamente sulla popolazione ed hanno come unico obiettivo quello di salvaguardare gli interessi e le esposizioni finanziarie delle principali banche europee.
In altri tempi la terza economia, l'Italia se non si era capito, avrebbe potuto dire la sua sostenendo con maggiore vigore le idee del buon ministro Tremonti, che ha proposto l'adozione degli Eurobond, prontamente bocciato.
Secco "nein" anche sul fronte dell' aumento del fondo di salvataggio per i paesi in difficoltà.
La cancelliera vuole evitare che ancora una volta siano i contribuenti tedeschi a pagare per gli altri, tuttavia vuole imporre l'obbligo di pareggio di bilancio per i Paesi aderenti alla moneta unica, pena il blocco dei fondi Europei per gli inaddempienti.
La tassazione delle attività finanziare è una misura efficace, tuttavia deve essere applicata in tutti i mercati, altrimenti la fuga dei capitali internazionali dalle borse europee è inevitabile.

Le trovate Franco-Tedesche non trovano l'approvazione degli investitori che preferiscono smobilitare i capitali e riporli altrove.
Le borse affondano e il rischio di una nuova recessione è alto, appare chiaro che non siamo più di fronte ad attacchi di tipo speculativo, ma è in atto una vera e propria crisi di fiducia nel vecchio continente che sta iniziando a minare seriamente anche le due locomotive Europee.
La speranza è che la coppia Sarkozy-Merkel sappia agire con lungimiranza e nell'interesse di tutti i paesi UE, anche se il commissariamento della Grecia (di facco una delegittimazione della sovranità Greca) da parte della BCE e le ambizioni da Napoleone di Sarkozy non lasciano ben sperare.
Il timore è che la stessa sorte della Grecia possa toccare al Belpaese, che ha pure avuto la sfortuna di perdere ogni rimasuglio di peso politico e credibilità, grazie ai Bunga Bunga di qualcuno.

mercoledì 10 agosto 2011

Borse nel panico



Crollano le borse di tutto il mondo nonostante i vani tentativi da parte dei Governi di calmierare i mercati. Dopo il declassamento del debito pubblico americano, che ha scatenato il panic selling su tutte le piazze mondiali, sorgono ora voci sul possibile declassamento della Francia, che sembrava fin'ora avesse sopportato abbastanza bene la crisi. Voci prontamente smentite, ma che hanno causato uno scivolone storico su tutti i mercati, Parigi perde oltre 5 punti percentuale mentre Milano, provata dall'ultima ondata speculativa sui Bot, supera i 6 punti percentuale.
Voci attribuite alle ormai arcinote Moody's e S&P, per'altro smentite, ma che lasciano perplessi rispetto all'attività delle agenzie di rating, che sembrano aver dichiarato guerra alle economie dei paesi occidentali.
Una brutale risposta alle inchieste che stanno minando la credibilità di queste agenzie? Fa spavento il potere acquisito.
Crollano le Banche e gli Industriali, mettendone a rischio la liquidità e vanificando le operazioni di ricapitolizzazione attuate dai principali istituti tempo addietro.
Ma anche di fronte al Panic Selling è chiaro che dall'altra parte c'è qualcuno che acquista a prezzi stracciati titoli di aziende sane, impoverite da una speculazione senza precedenti.
A questo punto diventano necessarie misure drastiche come la tassazione delle transazioni finanziarie, in modo da limitare le attività dei Paperoni che spostano milioni di euro in un'istante, alla ricerca del profitto a tutti i costi.
Diventa inoltre imperativo ridimensionare il potere acquisite dalle agenzie di rating, in grado di affondare nazioni intere anche solo paventando il rischio di un declassamento.
Riguardo al nostro paese la cura non ha nulla a che vedere con la finanza, basterebbe sostituire la classe politica dirigente, che a questo punto si è dimostrata del tutto inadeguata e incapace di gestire la crisi. Probabilmente basterebbe mandare casa questa legislatura per stabilizzare le turbolenze di Piazza Affari.

La speculazione finanziaria sta danneggiando irreparabilmente l'economia reale, che produce ricchezza e da lavoro, non è più possibile restare a guardare di fronte ad uno scempio che rischia di portarci alla catastrofe.


lunedì 11 luglio 2011

Stati Uniti in default



Default ovvero l'incapacità tecnica di un'emittente di rispettare le clausole contrattuali previste dal regolamento del finanziamento.
Il medesimo default che rischia la Grecia che, per quanto piccola, avrebbe conseguenze imprevedibili sull'intera zona Euro.
A paventare l'inimmaginabile è lo stesso Barack Obama durante un'incontro con il Congresso, alla ricerca di sostegno anche da parte dei Repubblicani per scongiurare un'ipotetico fallimento.
Mai in passato un Presidente aveva evocato un simile fantasma è oggi, per la prima volta della storia degli Stati Uniti, la dichiarazione allarmante: "Siamo tutti d'accordo che un default degli Stati Uniti è inaccettabile" .
Obama non ha scelta è chiede aiuto anche all'opposizione pur di scongiurare un'eventualità che potrebbe far cadere nel baratro la prima potenza economica mondiale e il resto del mondo.
"E' possibile mettere a punto un pacchetto che sia bilanciato, con sacrifici condivisi, e che spinga tutte e due le parti a toccare le loro vacche sacre", ha continuato il presidente. "Siamo d'accordo su una serie di tagli alla spesa che renderanno il governo più snello, agile, efficiente".

Un default tecnico, che consiste nel ritardo del pagamento degli interessi dei titoli di stato, anche per pochi giorni, viene considerato dai Repubblicani una soluzione praticabile, che possa costringere la Casa Bianca a tagliare la spesa pubblica.
Tutto questo dopo l'aumento delle spese previsto dal Presidente per sostenere le classi meno agiate e aiutare la ripresa economica.
L'ipotesi è assolutamente inaccettabile per i principali creditori stranieri prima fra tutti la Cina.
Un'ipotesi di default causerebbe uno sconquasso nei mercati mondiali e inasprirebbe le tensioni tra occidente e oriente.
Il dollaro americano diverrebbe carta straccia con buona pace di tutte quelle nazioni che conservano grandi quantità di riserve in valuta.
Il fallimento degli Stati Uniti appare come lo squillo di tromba che precede l'Apocalisse, Obama confida che il senso di responsabilità prevalga sulla politica.
Non possiamo fare altro che sperare.

lunedì 27 giugno 2011

Moody's sotto inchiesta



Una volta tanto è Moody's ad essere posta sotto la lente di ingrandimento.
La procura di Trani indaga da ormai un'anno sull'agenzia di rating americana, da quando il 6 maggio del 2010, a borsa aperta, espresse un giudizio negativo sul sistema bancario Italiano, contagiato dalla crisi greca.
Il giudizio negativo era infondato ed azzardato, a detta delle altre agenzie internazionali e venne ritirato la sera stessa, ma il danno erà già stato fatto.
Gran parte dei titoli italiani scontarono una perdita tra il 4 e il 7 percento.
Da qui Federconsumatori e Adusbef presentarono un'esposto alla procura di Trani, per verificare l'eventuale speculazione ai danni dei risparmiatori e venne aperta un'inchiesta.
In questi giorni Moody's ci riprova con un'attacco a tutto campo, dopo la minaccia di un downgrading di 23 enti locali fra regioni, città e province italiane, tocca di nuovo al sistema bancario.
Ben sedici banche messe sotto osservazione, tra le quali UniCredit, Banca Popolare di Milano, Intesa Sanpaolo, Cassa di risparmio di Firenze, Montepaschi, Cassa depositi e prestiti e Banco Popolare.
In pratica tutto il sistema bancario italiano, oltre alle principali aziende a partecipazione statale tra cui Enel, Eni e Finmeccanica.

Da qui la decisione di intensificare le indagini da parte della procura di Trani, con il supporto di consulenti internazionali.
Le accuse sono pesantissime, Moody's è infatti indagata per market abuse, manipolazione del mercato finanziario, aggiotaggio, divulgazione di notizie false o non completamente vere che turbano il mercato azionario.
Dalle prime verifiche è emerso che i report emessi dall'agenzia non sono affatto condivisi dalla comunità di analisti internazionali e sembrano addirittura infondati.
Ciò nonostante i declasamenti emessi appaiono come sentenze di morte, basti pensare alla Grecia, con l'interesse dei titoli di stato schizzato alle stelle, non appena Moody's ha provveduto ad abbassare il rating.
Il sospetto di un conflitto di interesse è fondato, soprattutto se si considerà che tra i principali azionisti dell'agenzia troviamo la Berkshire Hathaway (con una quota pari al 19,1% del capitale), una delle maggiori società assicurative del mondo di proprietà del finanziere Warren Buffett e Fidelity (10,5%), uno dei maggiori gestori di fondi.
Da questo punto di vista, le agenzie di rating sono una potente arma in grado di scardinare il sistema economico di nazioni intere e gli ultimi outlook negativi sul nostro paese, considerati infondati, appaiono come l'ennesimo attacco economico ai danni delle finanze pubbliche.
Tra i nomi eccellenti nel registro degli indagati troviamo Ross Abercromby, dirigente della stessa compagnia americana, a cui sono imputati i reati di abuso di mercato e aggiotaggio.
L'indagine non è un caso isolato, in Spagna è stato aperto un fascicolo simile.
La Procura di Trani è pronta a chiedere a Bankitalia e alla Consob l'interdizione della società di analisti e questo potrebbe essere il primo passo verso la messa al bando dello strapotere delle agenzie di rating.

giovedì 23 giugno 2011

I bombardamenti Nato in Libia

Nonostante la guerra in Libia sia confinata nel dimenticatoio mediatico continuano i bombardamenti NATO sui cieli di Tripoli.
Migliaia di bombe "intelligenti" vengono sganciate sulla città, con l'unico risultato di causare innumerevoli vittime tra i civili, mentre il Rais rimane al sicuro nel suo bunker.
Le autorità libiche denunciano l'uccisione di donne e bambini, accuse a cui la NATO non ha mai risposto.
Piuttosto l'alleanza ha iniziato a lamentare l'esaurimento di bombe e missili e la scarsità di fondi.
I video allegati mostrano i servizi realizzati dagli inviati di Russia Today a Tripoli.
Questi documentari non vengono mostrati dai telegiornali nostrani, che preferiscono proporci la solita frittata politica.
Messi di fronte a queste immagini possiammo davvero parlare di missione umanitaria?
Non dimentichiamo che questa volta le bombe che uccidono sono anche le nostre, sganciate su di un paese a cui eravamo legati, fino a poco fa, da un trattato di amicizia e a cui avevamo chiesto perdono per il periodo coloniale.







"L'Italia non ha dichiarato guerra a nessuno" osserva laconico il Presidente della Repubblica.

Eppure queste sembrano proprio immagini di guerra.
Siamo certi che il popolo Libico abbia domandato all'occidente di essere salvato in questa maniera?
Davvero crediamo che ci saranno grati per questo?

venerdì 10 giugno 2011

La prima portaerei Cinese




"Shi Lang", come l'ammiraglio della dinastia Ming che conquistò Taiwan, questo il nome dato alla prima portaerei della storia Cinese.
In realtà un nome già lo aveva, "Riga", doveva essere la seconda unità classe Admiral Kuznetsov della marina dell'Unione Sovietica.
Varata nel 1988 fu trasferita incompleta all'Ucraina al crollo dell'Unione Sovietica.
Venduta priva di qualunque sistema d'arma ad una compagnia cinese chiamata Chong Lot Travel Agency nel 1998 per 20 milioni di dollari con l'intenzione ufficiale di farne un'enorme casinò galleggiante, venne trainata a rimorchio nel Mar Nero per 16 mesi, fino ad ottenere nel 2000 il via libera del Governo Turco per l'attraversamento delle stretto dei Dardanelli.
Dopo un viaggio di 4 mesi entrò nelle acque territoriali Cinesi, presso i cantieri di Dalian e li vi restò fino ai giorni nostri.
Ufficialmente il Governo di Pechino ha continuato a dichiarare che la "Riga" sarebbe divenuta un casinò, anche se il sospetto era che i militari volessero studiarne le tecnologie costruttive, per avviare un proprio programma di portaerei.
Da poche ore è arrivata la notizia che conferma i sospetti, il Governo Cinese ha ufficializzato di essersi dotata di una portaerei.
La "Riga", da qui in poi "Shi Lang" è stata dotata di armamenti e sistemi radar di ultima generazione e secondo le ultime indiscrezioni potrebbe iniziare le prove in mare nelle prossime settimane.
La supremazia degli Stati Uniti nella regione, da sempre garanti dell'indipendenza dell'isola di Taiwan, viene minata dal potenziale militare Cinese in continuo aumento.
La Difesa statunitense, con la recente visita a Taiwan del segretario Robert Gates, ha rinnovato l'impegno di fornire armamenti all'isola ribelle con un contratto di 6,4 miliardi di dollari, facendo irritare non poco Pechino che ha risposto testando con successo un nuovo missile balistico.
Il Dong Feng-21 dotato di un raggio d’azione di circa 2 mila chilometri e armato con testate convenzionali ad alto esplosivo, è concepito per colpire con precisione le portaerei individuate dai nuovi sofisticati satelliti o dai radar costieri.

Sempre più spesso si verificano schermaglie tra le portaerei Statunitensi, che si spingono nel Mar della Cina Meridionale e gli aerei di Pechino, che considera quelle acque suo dominio esclusivo.
Nel contempo sottomarini della marina Americana si avvicinano ai nuovi cantieri navali cinesi per spiare le unità in costruzione, provocazioni a cui i cinesi rispondono inviando gruppi navali a incrociare tra le isole nipponiche.

La nuova corsa agli armamenti rischia di stravolgere gli attuali equilibri strategici esistenti, con la possibilità concreta di scatenare una nuova guerra nel pacifico.

giovedì 9 giugno 2011

Santoro contro tutti




Cala il sipario sul programma più discusso degli ultimi tempi, dopo il divorzio tra la RAI e Santoro, l'ultima puntata di stasera era incentrata sul referendum popolare. Tra gli ospiti il Ministro Castelli, Brunetta, Bersani e ovviamente Marco di Pietro e Travaglio, oltre ad Adriano Celentano in collegamento telefonico.
Decisamente schierata nei confronti dei quesiti referendari, tutta la puntata è abilmente studiata in maniera tale da far pendere lo spettatore verso il SI abrogativo, grazie a un Travaglio agguerrito più che mai.
Annozero è agli sgoccioli ma non rinuncia ai fuochi d'artificio finali, con l'acceso diverbio tra Castelli e il conduttore, nato quando il ministro si è lamentato di pagare il canone per gli interventi di Marco Travaglio.

«Noi non usiamo un soldo del canone", gli risponde con decisione Santoro: "Noi finanziamo altre trasmissioni comprese quelle che voi partiti avete imposto alla Rai. Insopportabile. 15 milioni milioni di euro in pubblicità per la nostra trasmissione quest'anno. Siete voi che dovete lasciare libera la Rai".

Continua inoltre aggiungendo "Avete rotto. Non si sopporta più. Noi vogliamo la Rai pubblica, siete voi che ci rovinate, noi sappiamo gestirla. Sono i vostri che sono invendibili e incomprabili. È Sgarbi. Noi siamo nel mercato. Chi ha pagato Sgarbi?" Chi paga Minzolini. Chi paga Rai1 , Rai2 noi paghiamo Rai1, Rai2, siamo stufi".

Lo scontro si protrae per alcuni minuti coinvolgendo l'onnipresente Di Pietro e Brunetta ma alla fine Santoro recupera il controllo della trasmissione, scusandosi del battibecco.
È ormai assodato che Michele Santoro abbandona perchè considerato dai vertici Rai come ospite sgradito nonostante il suo grande successo del 21% di share fisso in un canale che di media raggiunge l'8%.
La scelta dei vertici aziendali appare pertanto insensata e votata esclusivamente a compiacere il Governo di maggioranza, per quanto sia in contrasto con la volontà degli italiani e contro ogni buon senso manageriale.
Tuttavia il dado è tratto e ci pensa in chiusura un coriaceo Celentano a dare la spintarella finale al referendum, dicendo che il papa ha detto di votare SI al referendum abrogativo, per preservare l'ambiente e la natura dalle fonti di energia pericolose.
Botti finali con la battuta finale di Santoro che auspica ad una privatizzazione della RAI, in maniera tale che una libera concorrenza ridimensioni i guadagni delle reti di Berlusconi.
Titoli di coda con Vauro che, senza ormai alcun freno, definisce il direttore della RAI e Bruno Vespa servi di Berlusconi.
Applausi e ovazioni per l'uscita di scena, almeno dalla rete pubblica, di Michele Santoro.

mercoledì 8 giugno 2011

Cameron e Sarkozy ora tocca alla Siria



Sembrava che il pugno di ferro del Governo Siriano per reprimere le proteste sarebbe passato inosservato, invece Gran Bretagna e Francia presentano oggi al Consiglio di Sicurezza dell'Onu una risoluzione che condanna il regime del Presidente Bashar al Assad.
Al momento la risoluzione esclude qualunque forma di intervento militare e si limita a richiedere l'accesso al paese da parte degli aiuti umanitari.
E mentre gli scontri continuano centinaia di profughi si riversano sulla frontiera con la Turchia, pronta a fornire assistenza ai rifugiati.
Cifre irrisorie rispetto ai 450.000 curdi iracheni che raggiunsero i confini durante la prima guerra del golfo nel 1991 .
Hanno già fatto sapere Cina e Russia che voteranno contro la risoluzione:
"La situazione in Libia ha dimostrato che l'uso della forza non è la risposta"
ha ribadito l'ambasciatore russo UE Vladimir Chizhov.
Il premier britannico David Cameron ha commentato la dichiarazione:
"Se qualcuno voterà contro la risoluzione e tenterà di porvi un veto, se la vedrà con la sua coscienza".
Anche se al momento non è in programma alcun intervento nella regione, è davvero singolare il neonato ruolo interventista assunto recentemente dall'asse Anglo Francese.
Il ruolo di "arbitro del mondo" tradizionalmente esercitato dagli Stati Uniti viene ora ricoperto dall'accoppiata Cameron-Sarkozy, talmente influenti da non riuscire neppure a presentare una risoluzione da parte dell'intera Unione Europea.
Mentre il gigante Americano è impegnato a ripianare i buchi di bilancio creati dal cowboy W. Bush, le due nanopotenze Europee riscoprono una politica da primi anni '900, incuranti del fatto che oggi le cose sono un tantino cambiate.
Il regime Siriano è sostenuto nella repressione dall'Iran, mentre la Russia ha fatto presente di non tollerare nessun'altra ingerenza in stati sovrani da parte della NATO.
La guerra in Libia è appena iniziata e un'intervento di terra appare necessario per conseguire un cambio di regime, ciò nonostante si prospetta un braccio di ferro dagli esiti incerti che rischia di lacerare le relazioni diplomatiche dell'Unione Europea con Cina e Russia.
La stessa UE viene messa ulteriormente sotto pressione a causa di una politica estera imposta con la forza da Cameron e Sarkozy, smaniosi di rispolverare un'improbabile "Grandeur" che rischia di trascinare tutti noi nel disastro.
Sarebbe auspicabile, per quanto riporti alla mente tragedie passate, la creazione di un nuovo asse Roma-Berlino, che faccia presente che la politica estera Europea viene concordata con tutti i paesi membri.

venerdì 3 giugno 2011

Nuovo batterio killer



Preoccupante l'epidemia di Escherichia Coli che ha causato la morte di 17 persone.
Sono in Germania tutte le infezioni accertate e ora, dopo aver ritirato le accuse sui cetrioli spagnoli, le attenzioni sono concentrate sull'acquedotto di Amburgo, forse contaminato con concimi infetti.
Il batterio dell'escherichia coli vive normalmente nell'intestino dell'uomo, ma è la prima volta nella storia che si ha notizia di un ceppo così virulento.
L'infezione si propaga attraverso le feci di ruminanti infetti, da qui la necessità di prevenire ogni possibile contaminazione lavando accuratamente frutta e verdura, evitando il consumo di latte non pastorizzato e carne poco cotta. Tenersi lontani da ambienti contaminati da feci di bovini e pecore ed evitare di bagnarsi in acqua dolce.
Il primo sintomo è la diarrea, che diventa emorragica nel giro di poche ore e si manifesta senza febbre o dolori addominali.
L'infezione dovrebbe risolversi nel giro di 4/5 giorni ma nei casi sfortunati la tossina che produce il batterio entra in circolo provocando anemia e insufficienza renale.
Al momento non si hanno notizie di casi nel nostro paese ma si raccomanda comunque la massima prudenza.
La situazione sembra sotto controllo, tuttavia ad inquietare maggiormente sono le analisi condotte sul batterio mutante che hanno riscontrato una forte resistenza a molti antibiotici, tra cui gli aminoglicosidi, i macrolidi e i beta-lattamici, cosa che ne rende difficile il trattamento.
Ancora sconosciuta la provenienza del nuovo ceppo, un'ipotesi potrebbe essere una mutazione spontanea, anche se da sola non basta per spiegare la più estesa epidemia degli ultimi anni causata da un batterio.
Resta plausibile la pista militare, il batterio potrebbe essere parte di un progetto di arma batteriologica sfuggita al controllo, che ha avuto modo di diffondersi con estrema rapidità.

mercoledì 1 giugno 2011

Super diga in Amazzonia



Il Brasile approva la costruzione della terza diga più grande del mondo che sorgerà sul fiume Xingu a Belo Monte, nello stato occidentale di Para.
Lunga 6 chilometri sommergerà ben 500 chilometri quadrati di foresta Amazzonica.

La diga, dal costo faraonico di 17 miliardi di dollari, devierà l'80 percento delle acque del fiume, con devastanti effetti su fauna e flora di almeno 100 chilometri di rive abitate.

La battaglia degli ambientalisti e Indios iniziò già nel 1989, quando riuscirono ad arrestare la costruzione di una prima diga sul fiume.
Da allora trent'anni di cause legali non sono bastate a salvare uno dei più grandi patrimoni naturali del mondo, è stato infatti presentato e approvato il progetto definitivo.
L'associazione Survival International ha inoltrato formali proteste al Governo, alle quali ha risposto il ministro alle miniere e all'energia, Edison Lobão, secondo cui "forze demoniache" sono all'opera per bloccare il progresso del Brasile.
Ha fame di energia la nuova potenza economica Brasiliana e la diga rappresenta un progetto cruciale per la crescita del paese.
Poco importa se una buona fetta del "Polmone Verde" finisce sott'acqua.

lunedì 30 maggio 2011

Grecia in vendita



Un paese in vendita, ecco cosa è diventata la Grecia dopo la campagna di aiuti economici della Banca Centrale Europea varati per scongiurare il rischio di default del paese.
I tassi di interesse hanno raggiunto nuovi record e appare sempre più evidente l'impossibilità di sostenere un simile onere finanziario, anche grazie al constante impegno delle agenzie di rating internazionale, che hanno recentemente declassato anche il nostro paese.
L'obiettivo del Governo greco è racimolare 50 miliardi di euro necessari alla riduzione del debito pubblico, svendendo la proprietà pubblica e privatizzando i settori lavorativi rimasti in mano allo stato.
Tuttavia di fronte ad uno spaventoso debito di 320 miliardi, la manovra appare disperata come gettare un secchiata d'acqua in un'incendio.
I prestiti accordati a interessi da usurai dalla Banca Centrale Europea devono essere necessariamente onorati, pertanto il denaro pubblico ottenuto non potrà essere utilizzato per far ripartire l'economia.
E' ormai palese che a Bruxelles importi solo che le più importanti banche europee, principalmente Francesi e Tedesche, rientrino dell'esposizione sul debito Greco anche a costo di ridurre alla fame una nazione ormai allo sbando.
Persino le isole sono in vendita, centinaia di paradisi naturali sono a disposizione di facoltosi miliardari stranieri disposti a sborsare centinaia di milioni di euro pur di accaparrarsene uno, al momento si parla di un "affitto a lungo termine" anche se la vendita definita non è esclusa.
A questo è servito la solidarietà europea, a garantire il profitto della banche a scapito delle nazioni più deboli.
Le soluzioni imposte al Governo Ellenico appaiono grottesche, si contrae debito ad interessi insostenibili con il solo scopo di ripagare l'interesse del precedente, per farlo si svende il paese al miglio offerente.

Ormai l'uscita dall'euro della Grecia appare inevitabile e le sue conseguenze sarebbero imprevedibili per l'intera comunità europea.
L'unica soluzione per ovviare al disastro sembrerebbero, secondo numerosi economisti fra cui il ministro dell'economia Tremonti, gli Eurobond, ossia titoli di stato Europei che metterebbero di fatto in comune il debito pubblico di ogni singola nazione.
Questi titoli consentirebbero all'Unione di rifinanziarsi in maniera collettiva, al riparo dalle speculazioni che hanno portato al disastro la Grecia.
Il problema è che gli Eurobond non vanno a genio ai paesi con i conti in ordine, prima fra tutti la Germania.
Mettere in comune il debito pubblico cancellerebbe definitivamente la possibilità di uscire dall'area Euro, inoltre non è detto che la crisi non faccia comodo a personaggi come la Merkel o Sarkozy. L'arma del debito è estremamente potente e garantisce il pieno controllo della politica dei paesi indebitati.
Unione di Banche oppure Unione di Popoli? Presto avremo la risposta.

venerdì 27 maggio 2011

Dove ci porta la guerra in Libia ?



Nonostante sia calata l'attenzione dei media la guerra in Libia continua. Ogni giorno raid aerei colpiscono Tripoli radendo al suolo edifici governativi e coinvolgendo inevitabilmente anche i civili. Contrariamente alla risoluzione ONU, che prevedeva esclusivamente la protezione degli insorti dalle forze armate lealiste, l'obiettivo dichiarato è ora quello uccidere Gheddafi, per piegare la resistenza di un Governo che da un giorno all'altro si è trasformato in regime, senza risparmiare ai Tripolitani le bombe.

Appare sempre meno spesso in televisione il Rais, consapevole di essere al centro del mirino, ma instancabilmente continua ad accusare l'Occidente di aver inaugurato un nuovo processo di colonizzazione ai danni della Libia.
Come dare torto alle parole del generale?
Una parte della popolazione Libica non ha ancora cessato di sostenerlo mentre l'esercito continua a resistere strenuamente agli attacchi della NATO.
La missione di pace delle bombe Francesi e Anglo Americane non ha ancora delineato una chiara tabella di marcia, i bombardamenti non danno i risultati sperati e Gheddafi, che evidentemente gode di un gran numero di sostenitori, non lascia e continua a sfidare l'occidente.
Forse che la strategia dei generali NATO è quella di passare la Liba per le armi per un tempo abbastanza lungo da rendere giustificabile un'intervento di terra?
L'invasione della Libia è già in agenda?
Prima della guerra l'indice di sviluppo umano della Libia era al 53° posto, superiore a diversi paesi Europei, mentre il reddito pro capite era il maggiore dell'intero continente africano.
Quando avremo esportato la democrazia anche in questo paese, di quanto potrà migliorare la qualità della vita del popolo Libico?

Dove stanno le reali ragioni di questo intervento?
Se le ragioni sono realmente umanitarie allora non dovremmo intervenire nelle decine di paesi sparsi per il mondo oppressi dalle dittature?
Forse è il petrolio? Oppure è il tesoretto dei Gheddafi sparso in tutti gli angoli del globo a fare gola?
Magari è realmente una scaramuccia tra Italia e Francia che si contendono lo sfruttamento delle risorse petrolifere.

Tutte queste motivazioni sembrano insufficienti per giustificare un'intervento che sta sfaldando un'alleanza Europea già provata dalla crisi, perdipiù ora additata come criminale e guerrafondaia da Cina e Russia, che hanno ben compreso come il confronto tra i due grandi blocchi si sta spostando sempre più dal piano diplomatico a quello militare.
La Libia assomiglia maledettamente ad una pallina di neve gettata dalla cima di una montagna innevata, che rotola e si ingrossa sino a trasformarsi in una valanga che tutto travolge.

Obama, Sarkozy e Cameron, dove ci state portando?

martedì 24 maggio 2011

Referendum 12 13 Giugno




Domenica 12 e Lunedì 13 Giugno si VOTA il tanto discusso referendum popolare.
Si VOTA, nonostante gli allarmismi di coloro che temevano che il diritto popolare venisse rubato dalla classe politica, intenta a trasforma l'Italia in una dittatura.
Un chiaro segnale che la democrazia esiste ed è sovrana nel nostro Paese e ci permette di esprimere la nostra opinione sui temi di cui tanto si è discusso negli ultimi tempi.
Il popolo verrà chiamato a decidere l'abrogazione o meno delle norme relative alla privatizzazione dell'acqua , la produzione di energia nucleare, il mantenimento del legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri.

Saranno quattro i quesiti che verranno sottoposti ai cittadini e votando SI in ciascuno dei quesiti si va ad abrogare, quindi a cancellare la relativa norma.

a) referendum popolare n. 1
Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Abrogazione;

b) referendum popolare n. 2
Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma;

c) referendum popolare n. 3
Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme;

d) referendum popolare n. 4
Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.

Il Referendum viene sufficentemente pubblicizzato in Televisione e in Radio, segno che non è in atto alcuna campagna di censura, mentre il quesito sul nucleare resta.

Non resta che recarsi alle urne numerosi per esprimere la propria opinione.

venerdì 13 maggio 2011

Fusione fredda a Bologna



Nuovi sviluppi relativamente al reattore a fusione fredda E-Cat
realizzato dai professori di Bologna.
Sarebbe stato concesso il brevetto Italiano dall'ufficio competente,
mentre quello per l'Europa e gli Stati Uniti sarebbe in fase di
conclusione.
Questo permetterà a Sergio Focardi e ad Andrea Rossi di mettere sotto
chiave quella che potrebbe rivelarsi l'invenzione del millennio, in
grado di fornire enormi quantità di energia a zero emissioni.
Al progetto ci crede la Grecia, che sta investendo 200 milioni di euro
per la realizzazione del primo impianto e ci credono gli Stati Uniti,
che hanno pianificato la costruzione della prima centrale da 1 MWatt
entro fine anno.
Il catalizzatore di energia sembra davvero molto vicino e rimaniamo
oltremodo sconvolti dal silenzio mantenuto dai media Italiani circa la
questione.
Per quanto il principio fisico rimanga ancora un mistero, le varie
commissioni che hanno esaminato la reazione che si innesca all'interno
dell'E-Cat hanno constatato puntualmente la liberazione di un'enorme
quantitativo di energia sotto forma di calore, spiegabile
esclusivamente con un qualche fenomeno di origine nucleare.
Restiamo in attesa di ulteriori notizie, confidando che la scoperta
diventi di dominio pubblico anche in Italia.

lunedì 2 maggio 2011

La morte di Osama Bin Laden




Stati Uniti, 2 Maggio 2011 ore 12.15 locali

Annuncia la televisione americana l'uccisione dello sceicco del terrore, Osama Bin Laden.
Dieci interminabili anni per stanarlo, due sanguinose guerre che hanno portato alla morte di milioni di innocenti e la prima potenza economica mondiale sull'orlo della bancarotta.
Tanto è servito per dare giustizia alle migliaia di vittime di Ground Zero.
Si nascondeva in Pakistan, protetto da una fortezza di massima sicurezza e un manipolo di uomini. Il blitz, preparato dopo un estenuante lavoro di inteligence dura poco più di 15 minuti, nello scontro a fuoco lo stesso Osama imbraccia il fucile e viene ucciso, assieme al figlio e una delle mogli.

E' la fine di un'era.

Per Osama Bin Laden il mondo ha vissuto un periodo di terrore e incertezza durato dieci lunghi anni.
Per Osama Bin Laden molto sangue innocente è stato versato.
Per Osama Bin Laden milioni di Irakeni e Afghani sono morti.
Per Osama Bin Laden migliaia di Americani ed Europei hanno perso la vita, vittime di attentati.

Molto si è scritto su di lui, qualcuno ha dubitato addirittura della sua esistenza, mentre altri hanno avanzato l'ipotesi che sia un mercenario al soldo della Cia, per giustificare le guerre Americane.

Ma per noi tutti Bin Laden è diventato una costante della nostra vita, la sua figura incorporea si è insinuata nelle nostre menti assumendo fattezze inquietanti e diaboliche, quasi alla stregua dei mostri dell'inconscio.

La notizia della sua uccisione, inaspettata e insperata, è come una doccia fredda che ci riporta alla realtà e ci permette di realizzare che questo personaggio è esistito realmente e non è finzione.
Solo ora che è morto ci rendiamo conto che Osama Bin Laden è realmente esistito.

E' come se il mondo si sia risvegliato da un'incubo, creato dallo sceicco del terrore che ci parlava alla televisione, guardandoci dritti negli occhi, comunicando direttamente con il nostro inconscio dicendoci : "Non avete scampo".

Pochi i dettagli dell'operazione che trapelano, mentre le immagini del suo cadavere vengono subito smentite.
Il suo corpo è già stato seppellito in mare aperto, secondo il rito Islamico, in un luogo mantenuto segreto, quasi a volerne esorcizzare il timore.

Osama Bin Laden non viene mostrato al mondo come trofeo, come accadde con altri personaggi. Viene tumulato in segreto in modo da non fare di lui un martire o, ancora peggio, da trasformare la sua esistenza in leggenda ad esempio per altri integralisti.

Il suo nome non muore con lui ed è destinato ad essere ricordato per sempre, nei secoli a venire. A nulla varranno i tentativi di cancellare ogni traccia del suo passaggio.
Porteremo per sempre dentro di noi il ricordo delle vittime di Al Quaeda ne tanto meno dimenticheremo, che ci piaccia oppure no, il suo nome.

Osama Bin Laden.

mercoledì 27 aprile 2011

Le Iene tra "puttane" e baby tossici



Ieri sera è andato in onda il sempre apprezzato programma di intrattenimento "Le Iene", che grazie ai suoi servizi arditi presenta una fotografia della società civile odierna.
Come ogni settimana allo scadere della fascia non più di tanto protetta vanno in onda servizi dove troneggia in sovra impressione il termine "puttana", una volta considerato termine offensivo, oggi mestiere di gran moda e redditizio.
Fino a poco tempo fa ci si limitava ai servizi denuncia che mostravano i soliti insospettabili padri di famiglia alla ricerca di un po' di sesso a pagamento per rallegrare la triste routine di tutti i giorni.
Nella puntata di ieri tuttavia le cose sono state leggermente differenti, ci riferiamo in particolare ad un servizio in cui si mostrava una giovane "accompagnatrice" che si confessava alle telecamere, svelandoci le meraviglie della professione di "escort", mestiere ormai più popolare di quello del muratore o del panettiere, almeno in televisione.
La giovane ragazza, poco più che ventenne, confida di avere scelto questa professione poiché da sempre abituata a fare sesso durante la settimana con più partner, anche sconosciuti, rimorchiati in discoteca, da qui l'illuminazione di farsi pagare, in modo da unire l'utile al dilettevole.
La ragazza è entusiasta della sua occupazione, che le consente di intrattenersi con clienti piuttosto giovani, permettendole di guadagnare anche 10000 euro al mese.
Soldi facili e tanti, con un mestiere piacevole e alla portata di tutti.

Segue il servizio sulla ex professoressa di Liceo che ha deciso di abbandonare la sua professione, per praticare un mestiere ben più redditizio, quello di puttana (con tanto di caratteri cubitali in sovra impressione televisiva a scanso di equivoci). Felice della scelta che porta avanti da anni, non ha alcun rimpianto della sua vecchia vita, con un lavoro evidentemente infimo che la obbligava a vivere con un stipendio da fame.

Il colpo di grazia viene con il servizio sulle abitudini da sfascio dei giovani, abituati fin dalla tenera età di 15, 16 abituati a consumare ecstasy, cocaina, eroina e chi più ne ha più ne metta, nel nome del divertimento sfrenato.
Poveri ignari genitori, convinti che il proprio figlio si stia innocentemente divertendo come facevano loro trent'anni prima, ignari di avere a che fare con ragazzini a cui i tossici di un tempo fanno un baffo.
Impietosa fotografia della società di oggi, di un'indecenza ben aldilà dei film trash post apocalittici degli anni '90. I tempi cambiano e oggi hanno successo le donne che hanno abbandonato la loro "miserabile" condizione di insegnanti, o di poliglotte pluri laureate che guadagnano anche 1000 euro a notte, senza battere ciglio ma battendo qualcos'altro.
Attenzione però a non incappare in tarda notte in una banda di diciassettenni strafatti, benissimo in grado di mandare all'ospedale in fin di vita due carabinieri, che avevano osato chiedere loro di fare un'alcol test.

Sarà bene aggiornare l'elenco dei mestieri dell'enciclopedia dei ragazzi, tra arrotino e zampognaro aggiungiamoci escort e baby tossico.
Non è mai troppo presto per iniziare ad educare i nostri giovani virgulti.

martedì 19 aprile 2011

Nucleare Italiano, stop del Governo



Inaspettata la decisione del Governo che decide di abrogare le norme relative alla realizzazione delle centrali nucleari Italiane.
Il ministro dell'economia Giulio Tremonti annuncia il dietrofront durante un'intervento a Bruxelles, facendo riferimento a quanto accaduto a Fukushima:

"Non si tratta solo un banale incidente tecnico, assume una dimensione assai rilevante e necessita di una riflessione economica e non solo. Un piano per le energie alternative rinnovabili da mettere subito in campo potrebbe avere un finanziamento con Eurobond".

La proposta di Tremonti è un grande progetto condiviso a livello Europeo per lo sviluppo delle energie rinnovabili e rilancia l'idea di calcolare i costi dell'abbandono del programma nazionale con il referendum del 1987, che ancora oggi stiamo pagando:

"È stata fatta davvero una contabilità del nucleare? Sono stati contabilizzati i costi del decommissioning? Esiste il calcolo del rischio radioattivo? Sappiamo che i benefici ci sono e sono locali, ma i malefici sono generali".

Fino a pochi giorni fa resisteva l'intenzione di continuare con il programma nucleare, nonostante gli avvenimenti in Giappone avessero sollevato numerosi dubbi nell'opinione pubblica.
La decisione porta al superamento del referendum sul ritorno all'atomo in calendario il 12-13 giugno, mentre gli anti nuclearisti e il PD di Bersani esultano rivendicando la paternità della decisione.
Eppure una decisione simile, attorno alla quale gravitano interessi economici per decine di miliardi di euro, non può essere frutto di un'improvviso sentimento ambientalista.

Per Di Pietro "è golpe" - "L'ennesima truffa del governo agli italiani" - per il leader dell'Italia dei valori - "Se il governo avesse deciso di rinunciare al nucleare non potremmo che essere felici. Invece con questo emendamento si dice soltanto che si posticipa l'individuazione delle località in cui realizzare le centrali. Non giochiamo a fare i furbi. È evidente" - ha proseguito - "che l'esecutivo ha capito che la partita referendaria è persa e la vuole far finire prima del tempo".

Se a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, come disse Andreotti, è vero che il principale partner del programma nucleare Italiano è guarda caso la Francese Areva.
Può il Governo avere meditato questa decisione come risposta agli attriti tra Roma e Parigi, causati dallo schiaffo all'Italia di Sarkozy sulla questione immigrati tunisini?
Se questa ipotesi si rivelasse fondata potrebbe aprirsi una voragine diplomatica che rischierebbe di disintegrare l'Unione Europea.
Non dimentichiamo che, per quanto se ne dica, l'Italia è uno dei paesi fondatori dell'Unione, se la schermaglia diplomatica dovesse diventare anche economica, le conseguenze sarebbero imprevedibili.
Fa pensare inoltre la dichiarazione degli scienziati Sergio Focardi e Andrea Rossi, circa la realizzazione della fusione fredda a Bologna, notizia non ancora smentita, anche se al momento tutto tace al riguardo.

Tutte le ipotesi sono aperte ma certamente una simile decisione ha alle spalle delle reali motivazioni di convenienza, economiche o strategiche che siano.
Forse che davvero l'E Cat di Bologna non sia una bufala e il Governo abbia deciso di approfondire la questione?
In attesa dei nuovi risvolti non ci resta che sperare.

giovedì 14 aprile 2011

Ombre e dubbi sul processo breve



Giorni convulsi al Parlamento, dove la maggioranza è impegnata a far approvare il provvedimento sul processo breve, che prevede la prescrizione abbreviata per gli incensurati.
L'opposizione dà battaglia nel tentativo di ritardarne l'approvazione, tra ostruzionismi e interventi personali protratti oltre il consentito, che dilatano i lavori del Parlamento fino a notte fonda.
Il provvedimento viene proposto dalla maggioranza come rimedio per dare ai processi una durata ragionevole, calcolata inizialmente in due anni per ogni grado di giudizio, scaduti i quali il processo cade in prescrizione, con estinzione del presunto reato.
Per il Partito Democratico il provvedimento è inaccettabile ed incostituzionale, una legge ad personam studiata a tavolino dai legali di Silvio Berlusconi, nel tentativo di scampare ai processi in cui è indiziato.
Non aiuta neppure la legge sul legittimo impedimento, che sembra ai più un'escamotage studiato in maniera da guadagnare il tempo necessario all'approvazione della prescrizione breve, per poi liberare il Premier dai processi pendenti.
Cerca di stemperare gli animi il Guardasigilli Alfano, sostenendo che sono a rischio solo lo 0,2% dei processi penali.
Gli risponde Casini: "Se l'impatto della norma è così modesto, perché la maggioranza sta bloccando il Parlamento da settimane per una cosa del tutto inutile o utile solo a qualcuno, come teorizza l'opposizione, e non ai cittadini italiani?".
Durissimo il commento del procuratore antimafia Piero Grasso: "Impropria la dizione di processo breve è un modo per far finire il processo, per far morire il processo, piuttosto che per provare le eventuali responsabilità di un colpevole o l'eventuale assoluzione di un innocente".
Massimo d'Alema in aula ha declamato l'articolo 77 della costituzione, rivolgendosi al Presidente della Repubblica come l'unico punto di riferimento per i cittadini e auspicando ad uno scioglimento anticipato della camere.

É opportuno sottolineare che tra i processi che rischiano di andare in prescrizione, non c'è solo quello sul caso Mills che coinvolge direttamente il Premier. Tra gli altri ci sarebbero anche quello per il crac Parmalat, con 100mila risparmiatori truffati e 22 persone imputate per bancarotta e associazione a delinquere, oltre a una serie di banche indagate e imputate, il processo per il crack Cirio, il processo Eternit di Torino con 3.000 parti lese, oltre quello per lo scandalo rifiuti a Napoli.

Con questa legge quante vittime non avrebbero giustizia e quanti criminali resterebbero impuniti? E se davvero il numero di processi coinvolti dal procedimento è così ridotto, perchè incaponirsi in un provvedimento che rischia di essere la fine di questa legislatura?
Troppi i dubbi e le preoccupazioni, mentre il Presidente Napolitano potrebbe realmente decidere di mandare a casa il Governo, aprendo uno scenario da brividi per Berlusconi.
Un suggerimento provocatorio diretto verso il Premier: "Perchè non si dimette e non si lascia processare, permettendo al Parlamento di concentrarsi sui problemi del nostro Paese?".

lunedì 11 aprile 2011

Fusione Fredda a Bologna




La Fusione Fredda, il sogno di replicare le reazioni che avvengono sulle stelle sulla Terra a temperature basse e adatte alla manipolazione da parte dell'uomo, rappresenta da decenni una chimera inseguita dagli scienziati.
Per alcuni studiosi è la soluzione a tutti i mali dell'umanità, per altri è un sogno realizzabile.
Molti in passato hanno dichiarato di essere riusciti a riprodurla, ma tutti sono stati smentiti dalla prova dei fatti.
In questi giorni due scienziati Italiani hanno dichiarato di essere riusciti effettivamente a realizzarla, utilizzando un reattore di loro ideazione in grado di avviare una reazione controllata, capace di generare una grande quantità di energia.
Presso l'Università di Bologna il fisico Sergio Focardi e l'inventore Andrea Rossi hanno riprodotto l’esperimento in un capannone, davanti a giornalisti e studiosi increduli.

Tra lo stupore generale i due scienziati hanno dimostrato come il loro dispositivo, a fronte di un’alimentazione di energia a regime di circa 400 W/h, sia in grado di produrre stabilmente un'energia 20 volte superiore, di circa 12kW/h.
All'interno del reattore, battezzato "E Cat", vengono utilizzati nichel e idrogeno.
I due studiosi dichiarano di non aver ancora compreso che tipo di reazione avvenga all'interno, tuttavia dalle misurazioni sperimentali sembra che, una volta riscaldati fino ad una temperatura di innesco, gli atomi di idrogeno inizino a fondersi con gli atomi di nichel, formando rame e generando nel contempo una grande quantità di energia sotto forma di calore.
Gli spettatori hanno potuto assistere all'esperimento e alle misurazioni della potenza assorbita e generata dal dispositivo, anche se a malincuore non hanno potuto guardare dentro al reattore.
I due Bolognesi hanno infatti brevettato la tecnologia e sostengono di avere siglato un accordo con una misteriosa industria europea finanziatrice del progetto, che entro breve tempo sarà pronta a produrre la versione commerciale dell'"E Cat".
Sembrerebbe che la costruzione del primo reattore basato su questa tecnologia, che avrà una potenza di 1 Megawatt, sarà edificato in Grecia entro la fine dell'anno.
Gli studiosi rimangono tuttavia scettici e temono che l'"E cat" possa rivelarsi un'altra bufala, soprattutto perché rimangono numerosi punti oscuri sulla reazione che non è spiegabile al momento con nessuna teoria.

E' significativo notare come la stampa, soprattutto quella Italiana, ignori una possibile scoperta che, se fosse reale, permetterebbe di risolvere tutti i problemi energetici dell'umanità.
Non resta che confidare nella buona fede dei due studiosi, nella speranza che la fonte di energia illimitata venga finalmente imbrigliata.

martedì 29 marzo 2011

Skylon, erede dello Space Shuttle



Terminate le missioni di rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale ad opera della flotta di Spache Shuttle.
Dopo 30 anni di onorata carriera, tra successi e disastri, il fiore all'occhiello della NASA se ne va in pensione, lasciando un vuoto che verrà temporaneamente colmato dai vettori Russi.
Uno dei possibili eredi, secondo la Cnn, potrebbe essere un progetto denominato Skylon, sviluppato dall'azienda Britannica Reaction Engines Limited (REL).
Il veicolo, in grado di funzionare senza pilota, rivoluzionerà il trasporto orbitale consentendo l'accesso allo spazio da parte dei primi turisti che non possono permettersi un costoso viaggio da milioni di euro.
Avrà la forma di un cilindro lungo all'incirca 82 metri e del diametro di 6,3 metri, capiente abbastanza da contenere grandi quantità del carburante che utilizza, l'idrogeno.
La navetta sarà così sofisticata da essere in grado di entrare in orbita senza l'ausilio di vettori, come al contrario avviene per lo Spache Shuttle, tutto questo grazie un propulsore rivoluzionario, denominato SABRE.
Il SABRE è sarà in grado di funzionare come un normale motore a reazione, capace di spingere il veicolo alla velocita di mach 5.5, fino ad un altitudine di 26 chilometri. A questa quota il propulsore inizia a lavorare come un motore a razzo, in grado di spingere lo Skylon a quota orbitale.
Uno dei problemi che il progetto ha dovuto risolvere è relativo alle temperature elevate che il propulsore deve essere in grado di sopportare a queste velocità.
Per resistere alle migliaia di gradi generate dall'attrito con l'aria, i materiali dovrebbero essere rinforzati, con un conseguente peso eccessivo del veicolo.
Utilizzando parte dell'idrogeno raffreddare l'aria all'interno del motore è possibile abbassare notevolmente le temperature di esercizio, permettendo di utilizzare materiali più leggeri nella costruzione dello Skylon.
La forma stretta e allungata consente inoltre di ridurre notevolmente le temperature generate durante il rientro in atmosfera, circa 1000 gradi anzichè i 2000 gradi dello Spache Shuttle, che richiede le fragili e costose piastre ceramiche causa del disastro del Columbia nel 2003.
Il progetto avrà un costo di sviluppo di circa 12 miliardi di dollari e ad esso è interessata l'Agenzia Spaziale Europea, che ha contribuito con un finanziamento iniziale di 1 milione di euro, destinato evidentemente ad aumentare.

lunedì 28 marzo 2011

Sarkozy, uno schiaffo all'Italia



Nella giornata di oggi Barack Obama, David Cameron, Nicolas Sarkozy e Angela Merkel hanno partecipato ad una inusuale video conferenza, a poche ore dal vertice che si terra a Londra, per delineare un piano comune nei confronti della Libia.
Grande imbarazzo e sorpresa per il nostro Governo, del cui incontro non è stato neppure informato.
Povera Italia, trascinata in un conflitto contro il principale partner economico del Nord Africa, costretta a sottostare al diktat Francese e anglo americano sull'utilizzo delle basi per bombardare Gheddafi, assaltata da decine di migliaia di immigrati che nessun altro paese Europeo è disposto ad accogliere.
Mancava solo l'onta di non essere neanche invitati ad una banale videoconferenza, neppure in qualità di comparse.
Il segnale politico che viene dato è fin troppo chiaro: il nostro paese ha zero voce in capitolo sulla questione Libica.
In barba ai goffi tentativi di riportare la missione sotto una farlocca egida NATO, Sarkozy dimostra chi effettivamente detiene il comando delle operazioni, a dispetto di un Italia che ancora una volta dovrà limitarsi ad accodarsi alle decisioni prese da altri.
Questi i prestigiosi risultati di un Governo che crede che la politica estera si faccia dispensando sorrisi e pacche sulle spalle.
Un Governo che accoglie un dittatore in trionfo a Roma, sbandierando in mondo visione i buoni affari strappati grazie all'amicizia che lega il Premier al "Leader di libertà", affari peraltro da sempre intrattenuti dall'ENI, ma in maniera decisamente più discreta.
Un Governo davvero convinto che l'Italia sia protagonista del mondo, almeno sulle questioni che non interessano a nessun altro.
Triste il commento del ministro Frattini, costretto a stendere un velo pietoso dichiarando :

"L'Italia non sente affatto la sindrome dell'esclusione, Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania con questa videoconferenza non stanno decidendo nulla".

Probabilmente i capi di governo si sono riuniti semplicemente per discutere del tempo che fa nelle rispettive capitali.
Intanto assistiamo impotenti all'assalto di Lampedusa ad opera di baldi giovani griffati, che tutto sono fuorché profughi di guerra.
Maroni è già pronto ad avviare le espulsioni, ma esiste il timore che queste decine di migliaia di ragazzi, che certamente non troveranno lavoro e quindi trarranno sostentamento in altro modo, ce li dovremo tenere, pur di non essere accusati di violare i diritti umani.
La speranza è che i Politici, con la "P" maiuscola riescano a farci recuperare un minimo di autorevolezza e credibilità, ci riferiamo evidentemente al Presidente della Repubblica Napolitano, forse ultimo baluardo ancora degno del massimo rispetto.

domenica 27 marzo 2011

Il programma nucleare Italiano



L'incidente di Fukushima scatena nuovi dubbi e polemiche sul ritorno al nucleare in Italia.
Sfruttando l'onda emotiva del disastro in Giappone gli oppositori cercano di ripetere quanto successe con il referendum del 1987, indetto subito dopo il disastro di Černobyl.
Allora come oggi grandi interessi economici internazionali influenzano il destino della politica energetica del nostro paese, dietro i fronti del pro e contro agiscono in gran segreto potenti lobby.
Il progetto, che prevede la costruzione di almeno sei centrali nucleari del valore di quattro miliardi di euro ciascuna, ha attirato l'attenzione dei principali colossi industriali del settore, la Francese Areva e le due principali multinazionali americane, Westinghouse e General Elettric.
Di recente Areva ha vinto la gara di appalto per quattro centrali nucleari, tagliando fuori i concorrenti Statunitensi. Scoppia tuttavia lo scandalo quando le ultime indiscrezioni di Wikileaks rivelano che il Governo Francese ha pagato tangenti ai politici italiani per accaparrarsi la commessa. Questi cables fanno parte di informazioni che sono state inviate a Washington, ovviamente irritata per essere stata esclusa dal ricco mercato Italiano.
Se la normativa di legge dovesse prevedere come unica tipologia di reattori, quelli di Areva, i concorrenti sarebbero definitivamente tagliati fuori. Non è di questo avviso il ministro Claudio Scajola, interessato ai progetti americani in quanto prevedono per la costruzione, la collaborazione di diverse aziende Italiane, tra cui Ansaldo Nucleare — azienda della terra di Scajola.

Il ritorno al nucleare potrebbe comunque subire una battuta di arresto, sfruttando il timore dell'opinione pubblica sul tema, a trarne vantaggio sarebbero aziende come Eni ed Enel, che hanno nella Russia di Putin il principale partner commerciale.
La dipendenza energetica è un'arma determinate nella politica estera di Mosca, interessata all'abbandono del progetto e potendo contare sui rapporti preferenziali con Berlusconi.
L'avvio del programma causerebbe un'allontanamento dalla Russia, assumendo per questo un'importanza cruciale sugli assetti strategici in Europa.

giovedì 24 marzo 2011

Gli eroi di Fukushima



I reattori della centrale nucleare di Fukushima continuano a bruciare, con il rischio di innescare una fusione dalle conseguenze disastrose. Per scongiurare la catastrofe il governo Giapponese è costretto ad un'azione estrema, ovvero chiedere a centinaia di tecnici della centrale di operare all'interno della struttura, pur sapendo che le radiazioni, il cui livello continua ad aumentare, saranno fatali per molti.
Abbiamo visto gli eroi in televisione durante una breve cerimonia, in cui a turno stringevano la mano al governatore di Tokyo con un breve inchino, prima di dirigersi verso Fukushima.
Ragazzi per lo più giovani, a cui è stato chiesto di sacrificare la propria vita per salvare la nazione, armati di un coraggio e di un orgoglio rari, disposti a gettarsi nell'inferno pur di proteggere i propri cari.
Quanti uomini accetterebbero un simile compito?

In questo momento gli eroi di Fukushima lottano contro la morte, nel tentativo di ripristinare i sistemi di controllo all'interno della centrale.
Si ha notizia di almeno due tecnici che, a causa dell'eccessiva esposizione sono ricoverati in ospedale in gravi condizioni, un terzo sarebbe ferito e riporterebbe ustioni da radiazione in diverse parti del corpo.
Se la catastrofe verrà evitata, sarà grazie al coraggio di questi uomini, a cui non possiamo fare altro che rendere grazie.

lunedì 21 marzo 2011

Perchè Sarkozy attacca la Libia



Quali sono le vere motivazioni che spingono il Presidente Francese a dichiarare guerra alla Libia?
Da una parte ci sono le ragioni ufficiali altruiste ed idealiste, per le quali Sarkozy ha parlato alla nazione nel discorso in cui annunciava l'attacco a Muammar, sostenendo la necessità di salvaguardare la vita del popolo libico, trucidato dall'esercito fedele al Rais.
Dall'altra parte troviamo le vere ragioni di stato, ritenute evidentemente così importanti da giustificare un cambiamento radicale in politica estera, soprattutto nei confronti del mondo Arabo.
Le motivazioni politiche sono fin tropo chiare, l'anno prossimo la Francia sarà chiamata ad eleggere il nuovo presidente e, qualora gli eventi sul fronte libico si mettano bene, Sarkozy potrà presentarsi da vincitore agli elettori, garantendosi la rielezione.
Senza contare che il nuovo ruolo di protagonismo estero potrebbe riportare la Francia alla cosiddetta "Grandeur", un concetto tanto caro al generale De Gaulle.
Tuttavia le principali motivazioni sono di natura strategica, infatti la Francia, ex potenza coloniale che esercita ancora una certa influenza sui paesi Africani, si è trovata impreparata durante le rivoluzioni in Egitto e in Tunisia. Rivoluzioni fin da subito accolte da Obama e inizialmente ignorate dai principali paesi Europei, Italia compresa, in realtà speranzosi che i dittatori e i Rais cullati da anni in cambio dell'accesso alle risorse energetiche e minerarie, potessero restare al loro posto.
Aiutando i ribelli ad abbattere il regime di Gheddafi, nonostante le resistenze di numerosi paesi, la Francia si auto candida a diventare il nuovo riferimento dei paesi maghrebini e la nuova guida della politica estera Europea.
Infine le motivazioni economiche. La Libia ha un rapporto privilegiato con l'Italia e l'ENI aveva da poco stipulato un accordo decennale con Gheddafi per l'accesso e lo sfruttamento degli enormi giacimenti Libici.
Un nuovo governo per la Libia significa nuovi contratti, che saranno certamente aggiudicati al principale sostenitore della rivoluzione.
Certamente a rimetterci di più sarebbe l'Italia, con una conseguente perdita economica dell'ordine di svariate decine di miliardi di euro.
Purtroppo la cosiddetta "amicizia" tra il nostro Premier e Gheddafi ha seriamente compromesso la credibilità internazionale Italiana e il nostro paese è costretto, suo malgrado, a supportare una missione a comando Francese che utilizza basi Italiane, mentre un ministro Frattini evidentemente imbarazzato chiede invano che il comando passi alla Nato.
Il nuovo atteggiamento di Sarkozy da "piccolo Napoleone" desta numerose perplessità. Ha deciso di scatenare la guerra senza consultarsi con la Nato nè tantomeno con gli alleati Europei, ha snobbato la pacifista Merkel ed ha aperto il vertice a Parigi senza aspettare Berlusconi, che in effetti aveva ben poco da dire. Vuole sostituirsi agli Stati Uniti come guida nella politica mediterranea e per questo scarica bombe a braccetto con Cameron.
Nel frattempo Roma mette a disposizione le sue basi per bombardare il suo principale partner della regione, mobilita l'aviazione e la marina per prevenire colpi di coda della caduta del regime e si prepara ad accogliere milioni di profughi.
Forse per Sarkozy la Libia non è altro che uno spettacolo di fuochi di artificio, utili per celebrare la ritrovata Grandeur.

mercoledì 16 marzo 2011

Terremoto in Giappone



Il fiero popolo del Sol Levante in ginocchio di fronte alla forza brutale e crudele della natura.
Un terremoto di proporzioni bibliche e un'ondata nera che tutto cancella, a ricordarci della fragilità dell'uomo e delle sue costruzioni dinnanzi alla furia della Terra.
Di fronte a tanta distruzione resta solo lo sgomento e la consapevolezza della pochezza delle costruzioni umane, spazzate via in pochi minuti dall'impetuoso tsunami che ha strappato la vita a migliaia di persone.
Quello che resta ora è un cumulo di macerie, fin troppo somigliante a quell'agosto del 1945, attraverso le quali persone che hanno perso tutto vagano alla ricerca della loro vita perduta, neppure in grado di riconoscere ciò che resta della propria casa.
I superstiti si cercano da un campo all'altro nella speranza di ricongiungersi a un qualche caro sopravvissuto.
Nelle città colpite manca tutto, mentre i soccorsi non sono neppure in grado di portare il loro aiuto dove serve. Colonne di mezzi di soccorso si fermano dinnanzi ai cumuli di macerie, sotto i quali giacciono ancora un numero imprecisato di vittime.
Ma l'accanimento degli eventi non si ferma e, mentre la terra continua a tremare, al disastro della natura rischia di sommarsi il disastro dell'uomo.
La centrale nucleare di Fukushima, colpita dallo tsunami, rischia di fondere e scaglia i suoi rifiuti radioattivi per tutta l'area.
Se la centrale dovesse esplodere il fumo tossico si diffonderebbe nell'intero globo in poche ore, allo stesso modo di quanto successe a Černobyl nel 1986.
La zona attorno alla centrale viene evacuata nel raggio di 20 chilometri, ma gli esperti dicono che non basta, a Tokyo sono già elevati i livelli di radiazione e la megalopoli si svuota.
Per la seconda volta il Giappone si trova ad affrontare un'olocausto nucleare, non per guerra o volere dell'uomo, ma per eventi contro i quali si è impotenti.
Possiamo solo provare ammirazione per un popolo che, nel dolore e nella distruzione, sopporta il dramma di avere perso tutto con dignità e stoicismo.
Una compostezza che nessun altro potrebbe avere e da cui trarre insegnamento.

mercoledì 2 marzo 2011

Le ragioni della rivoluzione Libica


Cosa sta accadendo realmente in Libia?
Appena iniziata la rivoluzione, sembrava che Gheddafi avesse raccolto la refurtiva e si fosse rifugiato in un paese compiacente.
Invece dopo giorni Muammar è ancora alla guida del paese e ogni giorno appare alla televisione di stato, con lunghi sproloqui con i quali tenta di difendere la sua posizione, spiegando che la rivoluzione è stata attuata da una minoranza mossa da Al-Quaeda con l'obiettivo di trasformare la Libia nel nuovo Afghanistan.
Nel contempo accusa l'occidente di volerlo destituire, per impossessarsi delle ricchezze della Libia.
I conti riconducibili a Gheddafi, situati in svariati paesi del mondo e che ammontano a svariate decine di miliardi di euro, vengono congelati, mentre il paese viene circondato dalla flotta della NATO, mettendo in campo una potenza militare che tutto sembra, fuorché una task force di aiuti umanitari.
Le proprietà all'estero ricondotte a Gheddafi vengono stimate in circa 120 miliardi di euro e potrebbero costituire un boccone ghiotto per i governi Europei provati dalla crisi economica.
Ma se davvero il popolo libico e l'esercito vogliono destituire il Colonnello, com'è possibile che dopo tanti giorni dall'inizio degli scontri, Muammar sia ancora al suo posto? E se è vero che la metà del paese è in mano agli insorti, per quale motivo ancora non abbiamo notizie da quelle regioni? Continua la censura assoluta e le uniche informazioni che ci arrivano sono filmati girati con telefoni cellulari, che non sono tuttavia in grado di dimostrare le stragi di civili in atto.
Eppure la propaganda mediatica si è messa puntualmente in moto, preparando l'opinione pubblica a un intervento della comunità internazionale che sempre più assomiglia ad un'invasione.
L'intenzione della NATO è quella di instaurare una NO FLY ZONE sul territorio Libico, atto che formalmente coincide con una vera e propria dichiarazione di guerra, in quanto viola la sovranità territoriale di un paese occupandone lo spazio aereo.
Nelle operazioni militari inoltre il controllo dello spazio aereo rappresenta l'anticamera dell'invasione di terra.
L'Italia si trova in una difficile posizione, in quanto il trattato di amicizia Italo-Libico impedisce l'uso delle basi aeree Italiane per operazione condotte dalla NATO contro la Libia, mentre sono a rischio i contratti miliardari che probabilmente diverrebbero carta straccia, se al posto del Colonnello venise posto un Governo filo-americano.
Non sappiamo se i civili siano vittime di violenze e stragi, tuttavia sappiamo che decine di migliaia di profughi si accalcano alle frontiere di Egitto e Tunisia. Una moltitudine di disperati che fuggono in luoghi che non sono per nulla inaccessibili e verso i quali sarebbe agevole inviare aiuti umanitari.
La Tunisia è in ginocchio e non è in grado di far fronte agli afflussi di persone alla frontiera, eppure i paesi Europei ancora non hanno inviato nessuna forma di aiuto, al contrario sono parecchio impegnati a congelare i beni riconducibili al Rais sparsi in ogni dove.
L'impressione è che i media stiano preparando l'opinione pubblica ad un'operazione stile Iraq, l'apparato militare della NATO è alle porte della Libia pronto ad una missione che non sembra poi tanto umanitaria.
Abbiamo già esportato la democrazia in paesi come Iraq e Afghanistan per salvare quei popoli dalla barbaria.
Allo stesso modo anche il popolo Libico vorrà essere salvato?

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