giovedì 14 aprile 2011

Ombre e dubbi sul processo breve



Giorni convulsi al Parlamento, dove la maggioranza è impegnata a far approvare il provvedimento sul processo breve, che prevede la prescrizione abbreviata per gli incensurati.
L'opposizione dà battaglia nel tentativo di ritardarne l'approvazione, tra ostruzionismi e interventi personali protratti oltre il consentito, che dilatano i lavori del Parlamento fino a notte fonda.
Il provvedimento viene proposto dalla maggioranza come rimedio per dare ai processi una durata ragionevole, calcolata inizialmente in due anni per ogni grado di giudizio, scaduti i quali il processo cade in prescrizione, con estinzione del presunto reato.
Per il Partito Democratico il provvedimento è inaccettabile ed incostituzionale, una legge ad personam studiata a tavolino dai legali di Silvio Berlusconi, nel tentativo di scampare ai processi in cui è indiziato.
Non aiuta neppure la legge sul legittimo impedimento, che sembra ai più un'escamotage studiato in maniera da guadagnare il tempo necessario all'approvazione della prescrizione breve, per poi liberare il Premier dai processi pendenti.
Cerca di stemperare gli animi il Guardasigilli Alfano, sostenendo che sono a rischio solo lo 0,2% dei processi penali.
Gli risponde Casini: "Se l'impatto della norma è così modesto, perché la maggioranza sta bloccando il Parlamento da settimane per una cosa del tutto inutile o utile solo a qualcuno, come teorizza l'opposizione, e non ai cittadini italiani?".
Durissimo il commento del procuratore antimafia Piero Grasso: "Impropria la dizione di processo breve è un modo per far finire il processo, per far morire il processo, piuttosto che per provare le eventuali responsabilità di un colpevole o l'eventuale assoluzione di un innocente".
Massimo d'Alema in aula ha declamato l'articolo 77 della costituzione, rivolgendosi al Presidente della Repubblica come l'unico punto di riferimento per i cittadini e auspicando ad uno scioglimento anticipato della camere.

É opportuno sottolineare che tra i processi che rischiano di andare in prescrizione, non c'è solo quello sul caso Mills che coinvolge direttamente il Premier. Tra gli altri ci sarebbero anche quello per il crac Parmalat, con 100mila risparmiatori truffati e 22 persone imputate per bancarotta e associazione a delinquere, oltre a una serie di banche indagate e imputate, il processo per il crack Cirio, il processo Eternit di Torino con 3.000 parti lese, oltre quello per lo scandalo rifiuti a Napoli.

Con questa legge quante vittime non avrebbero giustizia e quanti criminali resterebbero impuniti? E se davvero il numero di processi coinvolti dal procedimento è così ridotto, perchè incaponirsi in un provvedimento che rischia di essere la fine di questa legislatura?
Troppi i dubbi e le preoccupazioni, mentre il Presidente Napolitano potrebbe realmente decidere di mandare a casa il Governo, aprendo uno scenario da brividi per Berlusconi.
Un suggerimento provocatorio diretto verso il Premier: "Perchè non si dimette e non si lascia processare, permettendo al Parlamento di concentrarsi sui problemi del nostro Paese?".

1 commento:

  1. Berlusconi usa il Parlamento esclusivamente per i suoi interessi, per quale motivo dovrebbe dimettersi? Se ne andrà quando non avrà più nulla da temere.

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