mercoledì 2 marzo 2011

Le ragioni della rivoluzione Libica


Cosa sta accadendo realmente in Libia?
Appena iniziata la rivoluzione, sembrava che Gheddafi avesse raccolto la refurtiva e si fosse rifugiato in un paese compiacente.
Invece dopo giorni Muammar è ancora alla guida del paese e ogni giorno appare alla televisione di stato, con lunghi sproloqui con i quali tenta di difendere la sua posizione, spiegando che la rivoluzione è stata attuata da una minoranza mossa da Al-Quaeda con l'obiettivo di trasformare la Libia nel nuovo Afghanistan.
Nel contempo accusa l'occidente di volerlo destituire, per impossessarsi delle ricchezze della Libia.
I conti riconducibili a Gheddafi, situati in svariati paesi del mondo e che ammontano a svariate decine di miliardi di euro, vengono congelati, mentre il paese viene circondato dalla flotta della NATO, mettendo in campo una potenza militare che tutto sembra, fuorché una task force di aiuti umanitari.
Le proprietà all'estero ricondotte a Gheddafi vengono stimate in circa 120 miliardi di euro e potrebbero costituire un boccone ghiotto per i governi Europei provati dalla crisi economica.
Ma se davvero il popolo libico e l'esercito vogliono destituire il Colonnello, com'è possibile che dopo tanti giorni dall'inizio degli scontri, Muammar sia ancora al suo posto? E se è vero che la metà del paese è in mano agli insorti, per quale motivo ancora non abbiamo notizie da quelle regioni? Continua la censura assoluta e le uniche informazioni che ci arrivano sono filmati girati con telefoni cellulari, che non sono tuttavia in grado di dimostrare le stragi di civili in atto.
Eppure la propaganda mediatica si è messa puntualmente in moto, preparando l'opinione pubblica a un intervento della comunità internazionale che sempre più assomiglia ad un'invasione.
L'intenzione della NATO è quella di instaurare una NO FLY ZONE sul territorio Libico, atto che formalmente coincide con una vera e propria dichiarazione di guerra, in quanto viola la sovranità territoriale di un paese occupandone lo spazio aereo.
Nelle operazioni militari inoltre il controllo dello spazio aereo rappresenta l'anticamera dell'invasione di terra.
L'Italia si trova in una difficile posizione, in quanto il trattato di amicizia Italo-Libico impedisce l'uso delle basi aeree Italiane per operazione condotte dalla NATO contro la Libia, mentre sono a rischio i contratti miliardari che probabilmente diverrebbero carta straccia, se al posto del Colonnello venise posto un Governo filo-americano.
Non sappiamo se i civili siano vittime di violenze e stragi, tuttavia sappiamo che decine di migliaia di profughi si accalcano alle frontiere di Egitto e Tunisia. Una moltitudine di disperati che fuggono in luoghi che non sono per nulla inaccessibili e verso i quali sarebbe agevole inviare aiuti umanitari.
La Tunisia è in ginocchio e non è in grado di far fronte agli afflussi di persone alla frontiera, eppure i paesi Europei ancora non hanno inviato nessuna forma di aiuto, al contrario sono parecchio impegnati a congelare i beni riconducibili al Rais sparsi in ogni dove.
L'impressione è che i media stiano preparando l'opinione pubblica ad un'operazione stile Iraq, l'apparato militare della NATO è alle porte della Libia pronto ad una missione che non sembra poi tanto umanitaria.
Abbiamo già esportato la democrazia in paesi come Iraq e Afghanistan per salvare quei popoli dalla barbaria.
Allo stesso modo anche il popolo Libico vorrà essere salvato?

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