domenica 27 marzo 2011

Il programma nucleare Italiano



L'incidente di Fukushima scatena nuovi dubbi e polemiche sul ritorno al nucleare in Italia.
Sfruttando l'onda emotiva del disastro in Giappone gli oppositori cercano di ripetere quanto successe con il referendum del 1987, indetto subito dopo il disastro di Černobyl.
Allora come oggi grandi interessi economici internazionali influenzano il destino della politica energetica del nostro paese, dietro i fronti del pro e contro agiscono in gran segreto potenti lobby.
Il progetto, che prevede la costruzione di almeno sei centrali nucleari del valore di quattro miliardi di euro ciascuna, ha attirato l'attenzione dei principali colossi industriali del settore, la Francese Areva e le due principali multinazionali americane, Westinghouse e General Elettric.
Di recente Areva ha vinto la gara di appalto per quattro centrali nucleari, tagliando fuori i concorrenti Statunitensi. Scoppia tuttavia lo scandalo quando le ultime indiscrezioni di Wikileaks rivelano che il Governo Francese ha pagato tangenti ai politici italiani per accaparrarsi la commessa. Questi cables fanno parte di informazioni che sono state inviate a Washington, ovviamente irritata per essere stata esclusa dal ricco mercato Italiano.
Se la normativa di legge dovesse prevedere come unica tipologia di reattori, quelli di Areva, i concorrenti sarebbero definitivamente tagliati fuori. Non è di questo avviso il ministro Claudio Scajola, interessato ai progetti americani in quanto prevedono per la costruzione, la collaborazione di diverse aziende Italiane, tra cui Ansaldo Nucleare — azienda della terra di Scajola.

Il ritorno al nucleare potrebbe comunque subire una battuta di arresto, sfruttando il timore dell'opinione pubblica sul tema, a trarne vantaggio sarebbero aziende come Eni ed Enel, che hanno nella Russia di Putin il principale partner commerciale.
La dipendenza energetica è un'arma determinate nella politica estera di Mosca, interessata all'abbandono del progetto e potendo contare sui rapporti preferenziali con Berlusconi.
L'avvio del programma causerebbe un'allontanamento dalla Russia, assumendo per questo un'importanza cruciale sugli assetti strategici in Europa.

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