lunedì 12 ottobre 2015

ISIS perchè esiste


Una nuova forma di terrorismo sta travolgendo il medioriente, modificando i rapporti di forza tra le potenze che da sempre si contendono questo importante crocevia di uomini e risorse.
ISIS, nome di un'organizzazione sconosciuta fino a pochi mesi fa, oggi è diventato uno stato nello stato, con uno ordine sociale, un suo esercito e con suoi leader.
Un'entità che fa proseliti fra i giovani di mezza Europa disposti a lasciare il mondo che conta per immolarsi in nome del Profeta a migliaia di chilometri da casa.
Eppure rimane difficile comprendere come sia stato possibile per un'organizzazione di terroristi come tante altre, arrivare a spazzare via lo stato Siriano, buona parte dell'Iraq e ora addirirttura a minacciare una potenza regionale come la Turchia.
In un mondo ideale un gruppo di terroristi allo sbaraglio sarebbe stato cancellato in men che non si dica, eppure ISIS è bene armato, attua efficaci tattiche di guerriglia e tiene testa agli eserciti regolari.
Alle porte del conflitto restano la Russia e gli Stati Uniti che, catapultati in piena guerra fredda, si accusano reciprocamente di bombardare dalla parte sbagliata fronteggiandosi per procura, come accadeva ai tempi del Vietnam.
ISIS sembra un'entità creata artificiosamente, finanziando e armando bande di guerriglieri nel posto giusto  al momento giusto, con l'intento di portare la guerra là dove le primavere arabe hanno fallito.
Verrebbe da chiedersi, vista la deriva decisamente islamica della storicamente laica Turchia, se la minaccia non sia stata crerata appositamente per dare un cambio di rotta ai vertici del potere, in un tale scenario si potrebbe ipotizzare una regia occidentale, leggasi USA, dietro all'ascesa del movimento sanguinario.

Inoltre non si può fare a meno di notare come la fine delle sanzioni nei confronti dell'Iran abbiano ridato peso internazionale a Teheran che, forte di un nuovo slancio economico e politico, mira a riprendersi il ruolo di protagonista nella regione.
A seguito del trattato nucleare che ha avvantaggianto enormemente Teheran a scapito degli Stati Uniti si può immaginare come sia cambiata la strategia adottata nei confronti della riottosa nazione.
In questo possibile scenario si inserisce la Russia che, decisa a difendere i suoi tradizionali alleati, è disposta ad inviare uomini e mezzi, rischiando che i suoi aerei entrino in contrasto con i caccia Americani, in operazioni belliche che sembrano tutto fuorchè concordate.
Il tutto non solo per uscire da un'isolamento internazionale fatto di sanzioni, ma anche per non perdere gli ultimi alleati in una regione di vitale importanza.
Fuori dai giochi resta l'Europa che, come di consueto, tace e si tiene senza battere ciglio le centinaia di migliaia di profughi che fuggono dalla guerra.
Per ora di interventi militari ufficiali non se ne parla, probabilmente la ragione sta nel fatto che ancora non si è deciso quale fazione convenga appoggiare.
Scegliere di appoggiare l'anti ISIS e quindi Assad, scontenterebbe non poco gli alleati di oltreoceano, tuttavia se ISIS dovesse continuare ad espandersi milioni di profughi si riverserebbero in Europa.
E allora forse varrebbe la pena di correre il rischio, per una volta, di scontentare lo Zio Sam.









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