martedì 19 aprile 2011

Nucleare Italiano, stop del Governo



Inaspettata la decisione del Governo che decide di abrogare le norme relative alla realizzazione delle centrali nucleari Italiane.
Il ministro dell'economia Giulio Tremonti annuncia il dietrofront durante un'intervento a Bruxelles, facendo riferimento a quanto accaduto a Fukushima:

"Non si tratta solo un banale incidente tecnico, assume una dimensione assai rilevante e necessita di una riflessione economica e non solo. Un piano per le energie alternative rinnovabili da mettere subito in campo potrebbe avere un finanziamento con Eurobond".

La proposta di Tremonti è un grande progetto condiviso a livello Europeo per lo sviluppo delle energie rinnovabili e rilancia l'idea di calcolare i costi dell'abbandono del programma nazionale con il referendum del 1987, che ancora oggi stiamo pagando:

"È stata fatta davvero una contabilità del nucleare? Sono stati contabilizzati i costi del decommissioning? Esiste il calcolo del rischio radioattivo? Sappiamo che i benefici ci sono e sono locali, ma i malefici sono generali".

Fino a pochi giorni fa resisteva l'intenzione di continuare con il programma nucleare, nonostante gli avvenimenti in Giappone avessero sollevato numerosi dubbi nell'opinione pubblica.
La decisione porta al superamento del referendum sul ritorno all'atomo in calendario il 12-13 giugno, mentre gli anti nuclearisti e il PD di Bersani esultano rivendicando la paternità della decisione.
Eppure una decisione simile, attorno alla quale gravitano interessi economici per decine di miliardi di euro, non può essere frutto di un'improvviso sentimento ambientalista.

Per Di Pietro "è golpe" - "L'ennesima truffa del governo agli italiani" - per il leader dell'Italia dei valori - "Se il governo avesse deciso di rinunciare al nucleare non potremmo che essere felici. Invece con questo emendamento si dice soltanto che si posticipa l'individuazione delle località in cui realizzare le centrali. Non giochiamo a fare i furbi. È evidente" - ha proseguito - "che l'esecutivo ha capito che la partita referendaria è persa e la vuole far finire prima del tempo".

Se a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, come disse Andreotti, è vero che il principale partner del programma nucleare Italiano è guarda caso la Francese Areva.
Può il Governo avere meditato questa decisione come risposta agli attriti tra Roma e Parigi, causati dallo schiaffo all'Italia di Sarkozy sulla questione immigrati tunisini?
Se questa ipotesi si rivelasse fondata potrebbe aprirsi una voragine diplomatica che rischierebbe di disintegrare l'Unione Europea.
Non dimentichiamo che, per quanto se ne dica, l'Italia è uno dei paesi fondatori dell'Unione, se la schermaglia diplomatica dovesse diventare anche economica, le conseguenze sarebbero imprevedibili.
Fa pensare inoltre la dichiarazione degli scienziati Sergio Focardi e Andrea Rossi, circa la realizzazione della fusione fredda a Bologna, notizia non ancora smentita, anche se al momento tutto tace al riguardo.

Tutte le ipotesi sono aperte ma certamente una simile decisione ha alle spalle delle reali motivazioni di convenienza, economiche o strategiche che siano.
Forse che davvero l'E Cat di Bologna non sia una bufala e il Governo abbia deciso di approfondire la questione?
In attesa dei nuovi risvolti non ci resta che sperare.

2 commenti:

  1. Il nucleare è dannoso per l'ambiente, ipoteca il futuro dei nostri figli ed è una scelta sbagliata. Con quei soldi si può investire nell'energia eolica e solare, questa è l'unica decisione sensata presa da questo governo!

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  2. Nulla di strano visto che si è tratta esclusivamente di PROPAGANDA POLITICA. I nostri lungimiranti governanti temono che sostenendo una strategia energetica poco popolare dopo Fukushima possano perdere consensi. A questo siamo ridotti, anzichè guardare al lungo periodo si guarda alle vicine elezioni con la speranza di salvare la poltrona.

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