mercoledì 8 giugno 2011

Cameron e Sarkozy ora tocca alla Siria



Sembrava che il pugno di ferro del Governo Siriano per reprimere le proteste sarebbe passato inosservato, invece Gran Bretagna e Francia presentano oggi al Consiglio di Sicurezza dell'Onu una risoluzione che condanna il regime del Presidente Bashar al Assad.
Al momento la risoluzione esclude qualunque forma di intervento militare e si limita a richiedere l'accesso al paese da parte degli aiuti umanitari.
E mentre gli scontri continuano centinaia di profughi si riversano sulla frontiera con la Turchia, pronta a fornire assistenza ai rifugiati.
Cifre irrisorie rispetto ai 450.000 curdi iracheni che raggiunsero i confini durante la prima guerra del golfo nel 1991 .
Hanno già fatto sapere Cina e Russia che voteranno contro la risoluzione:
"La situazione in Libia ha dimostrato che l'uso della forza non è la risposta"
ha ribadito l'ambasciatore russo UE Vladimir Chizhov.
Il premier britannico David Cameron ha commentato la dichiarazione:
"Se qualcuno voterà contro la risoluzione e tenterà di porvi un veto, se la vedrà con la sua coscienza".
Anche se al momento non è in programma alcun intervento nella regione, è davvero singolare il neonato ruolo interventista assunto recentemente dall'asse Anglo Francese.
Il ruolo di "arbitro del mondo" tradizionalmente esercitato dagli Stati Uniti viene ora ricoperto dall'accoppiata Cameron-Sarkozy, talmente influenti da non riuscire neppure a presentare una risoluzione da parte dell'intera Unione Europea.
Mentre il gigante Americano è impegnato a ripianare i buchi di bilancio creati dal cowboy W. Bush, le due nanopotenze Europee riscoprono una politica da primi anni '900, incuranti del fatto che oggi le cose sono un tantino cambiate.
Il regime Siriano è sostenuto nella repressione dall'Iran, mentre la Russia ha fatto presente di non tollerare nessun'altra ingerenza in stati sovrani da parte della NATO.
La guerra in Libia è appena iniziata e un'intervento di terra appare necessario per conseguire un cambio di regime, ciò nonostante si prospetta un braccio di ferro dagli esiti incerti che rischia di lacerare le relazioni diplomatiche dell'Unione Europea con Cina e Russia.
La stessa UE viene messa ulteriormente sotto pressione a causa di una politica estera imposta con la forza da Cameron e Sarkozy, smaniosi di rispolverare un'improbabile "Grandeur" che rischia di trascinare tutti noi nel disastro.
Sarebbe auspicabile, per quanto riporti alla mente tragedie passate, la creazione di un nuovo asse Roma-Berlino, che faccia presente che la politica estera Europea viene concordata con tutti i paesi membri.

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