mercoledì 10 agosto 2011

Borse nel panico



Crollano le borse di tutto il mondo nonostante i vani tentativi da parte dei Governi di calmierare i mercati. Dopo il declassamento del debito pubblico americano, che ha scatenato il panic selling su tutte le piazze mondiali, sorgono ora voci sul possibile declassamento della Francia, che sembrava fin'ora avesse sopportato abbastanza bene la crisi. Voci prontamente smentite, ma che hanno causato uno scivolone storico su tutti i mercati, Parigi perde oltre 5 punti percentuale mentre Milano, provata dall'ultima ondata speculativa sui Bot, supera i 6 punti percentuale.
Voci attribuite alle ormai arcinote Moody's e S&P, per'altro smentite, ma che lasciano perplessi rispetto all'attività delle agenzie di rating, che sembrano aver dichiarato guerra alle economie dei paesi occidentali.
Una brutale risposta alle inchieste che stanno minando la credibilità di queste agenzie? Fa spavento il potere acquisito.
Crollano le Banche e gli Industriali, mettendone a rischio la liquidità e vanificando le operazioni di ricapitolizzazione attuate dai principali istituti tempo addietro.
Ma anche di fronte al Panic Selling è chiaro che dall'altra parte c'è qualcuno che acquista a prezzi stracciati titoli di aziende sane, impoverite da una speculazione senza precedenti.
A questo punto diventano necessarie misure drastiche come la tassazione delle transazioni finanziarie, in modo da limitare le attività dei Paperoni che spostano milioni di euro in un'istante, alla ricerca del profitto a tutti i costi.
Diventa inoltre imperativo ridimensionare il potere acquisite dalle agenzie di rating, in grado di affondare nazioni intere anche solo paventando il rischio di un declassamento.
Riguardo al nostro paese la cura non ha nulla a che vedere con la finanza, basterebbe sostituire la classe politica dirigente, che a questo punto si è dimostrata del tutto inadeguata e incapace di gestire la crisi. Probabilmente basterebbe mandare casa questa legislatura per stabilizzare le turbolenze di Piazza Affari.

La speculazione finanziaria sta danneggiando irreparabilmente l'economia reale, che produce ricchezza e da lavoro, non è più possibile restare a guardare di fronte ad uno scempio che rischia di portarci alla catastrofe.


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