lunedì 5 marzo 2012



La vicenda dei Marò in stato di fermo per la presunta uccisione di pescatori indiani si è risolta esattamente come si temeva sarebbe finita, in queste ore i militari vengono condotti in stato di arresto nel carcere di Trivandrum.
Le autorità Indiane hanno giudicato colpevoli di omicidio Latorre e Girone, dopo un susseguirsi di indagini che lasciano spazio a ben più di qualche dubbio.
A cominciare dalla posizione della nave durante la presunta sparatoria, che essendo in acque internazionali non rientra nella giurisdizione Indiana, per proseguire con la cremazione dei cadaveri avvenuta in fretta e furia, senza consentire ai delegati Italiani di eseguire alcuna perizia.
Poi ci sono le manifestazioni anti-italiane e l'ipotesi che le indagini fossero confezionate apposta per colpire Sonia l'Italiana, presidente del Partito del Congresso Indiano.
Un'altro pezzo di dignità del paese va a farsi benedire mentre due nostri soldati vengono arrestati mentre compivano il loro dovere in mare aperto.

Certamente dispiace dell'uccisione dei pescatori, ma ci si aspetterebbe che, in virtù della delicatezza della situazione che lega i rapporti diplomatici tra i due paesi, le autorità indiane agissero con la massima trasparenza possibile, invece di portare avanti un processo che sembra una farsa.
Anche in questa occasione il nostro paese si ritrova ridimensionato sul piano internazionale, incapace di far valere le norme più basilari del diritto, lasciando al loro destino due nostri soldati che rischiano anche 20 anni di carcere. Lo stato di arresto si protrarrà per circa 3 mesi, allo scadere dei quali potrà essere richiesta la libertà condizionata. Un'altro brutto capitolo degli Italiani per mare, che si spera si concluda con il ritorno a casa dei due Marò.

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