venerdì 6 gennaio 2012

Iran, ombre di guerra totale




L'Iran con il suo programma nucleare rappresenta senza dubbio il peggior grattacapo che l'alleanza occidentale abbia avuto negli ultimi decenni.
Dopo aver dato fondo alle risorse economiche e militari nelle campagne in Iraq, Afghanistan e infine in Libia, la NATO, che oggi più che mai rappresenta il braccio armato dell'imperialismo Anglo Americano,
si trova a fronteggiare le ambizioni atomiche di Ahmadinejad.
A nulla valgono le minaccie di continue sanzioni economiche, non ultime quelle relative all'embargo sul petrolio, che danneggiano più i paesi Europei che non l'Iran, che può contare sul supporto economico dei giganti Cinese e Russo.
Le missioni umanitarie condotte a suon di bombardamenti hanno azzerato ogni rimasuglio di credibilità della NATO sul fronte internazionale, impreparata al confronto anche militare con una nazione che non è esattamente una repubblica delle banane o un deserto Sahariano ma, al contrario, una nascente potenza economica e militare.
L'Iran testa ogni giorno nuovi sofisticati apparati missilistici in grado di colpire obiettivi a grande distanza mentre la corsa al nucleare , nonostante gli assassini chirurgici di scienziati Iraniani ad opera dei servici segreti occidentali, non accenna ad arrestarsi. L'Iran è già arrivato ad arricchire barre di combustibile nucleare adatti al consumo in reattori civili e presto sarà in grado di fabbricare uranio per scopi militari.
Nel frattempo flette i muscoli con le più grandi esercitazioni militari navali mai svolte fin'ora, per dieci giorni le unità della Repubblica islamica manovrano in acque internazionali e testano sofisticati sistemi antiaerei e antinave.
La marina Iraniana, forte dei suoi armamenti derivati dai sistemi Russi e Cinesi paventa la chiusura dello stretto di Hormnuz, da cui passa il 40% del petrolio mondiale, qualora il paese venga ulteriormente sanzionato e arriva persino a minacciare apertamente le portaerei Americane che nel frattempo incrociano nel Golfo.
Il regime ha imparato bene la lezione e non apre spiragli a negoziazioni con la comunità internazionale, ma tira dritto verso lo sviluppo del suo esercito, sempre più equipaggiato ed efficace.
E' molto probabile che la NATO abbia già preso la decisione di bombardare i siti di arricchimento dell'uranio e che sia in attesa del momento più propizio.
Tuttavia la NATO è consapevole di non essere in grado di portare a termine un attacco senza evitare pesanti ritorsioni, oltretutto la crisi economica e gli arsenali svuotati dalle ultime missioni peggiorano le cose.
Senza contare le minaccie della Cina e della Russia, che hanno già fatto sapere che metteranno il veto a qualunque intervento militare che la NATO proporrà in sede ONU, non nascondendo di essere disposti ad aiutare militarmente la Repubblica islamica in caso di attacco.
Senza dubbio Ahmadinejad ha giocato bene le sue carte, ha lasciato che l'Occidente esaurisse le sue risorse con le sue ambizioni imperiali, compattando la nazione e rafforzandola, in modo da scoraggiare una potenziale aggressione.
Le possibilità di un intervento chirurgico, che miri a bombardare esclusivamente obiettivi militari sensibili si riducono di pari passo con la probabilità di avere perdite minime.
A meno di mettere in scena il più grande bombardamento missilistico in larga scala, che riporti l'Iran all'età della pietra, ma in quel caso sarebbe davvero Ahmadinejad il cattivo?
Un'eventualità remota ma non impossibile, ma a quel punto sarebbe davvero guerra totale.

Nessun commento:

Posta un commento

ShareThis