giovedì 21 marzo 2013
I nostri Marò da salvati a scaricati
Dopo la decisione di non far rientrare i due Marò a seguito del permesso di quattro settimane per consentire loro di votare e stare con le loro famiglie, è iniziato il braccio di ferro tra il governo Italiano e l'India, che considera la decisione un vero è proprio atto di tradimento. Le reazioni non si sono fatte attendere, dalle manifestazioni di rabbia nelle piazze, dove le fotografie di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre venivano date le fiamme, alla minaccia di ridimensionare tutte le reazioni diplomatiche ed economiche tra i due paesi. Infine la decisione della Corte Suprema di New Delhi di negare l'immunità all'ambasciatore Italiano Daniele Mancini.
A nulla sono valse le ragioni del Governo Italiano che rivendicavano, invano, la giurisdizione sulla presunta uccisione dei due pescatori Indiani, avvenuta in acque Internazionali. Negato inoltre l'appoggio da parte dell'UE, che ha rifiutato laconicamente ogni possibile coinvolgimento nella vicenda, dato che "non fa parte della disputa legale".
Da qui l'ennesima decisione da voltagabbana del Governo Italiano che, evidentemente incapace di reggere alla pressione diplomatica innescata da New Delhi, decide di ritrattare tutto con un comunicato secondo il quale "i due marò rientreranno in India secondo quanto stabilito dagli accordi presi". Il Governo Italiano ha chiesto garanzie sul trattamento dei due soldati; tali garanzie prevedono che l'India non applichi la pena di morte, una magra consolazione.
Ma come si può pensare che i due fucilieri non faranno le spese di un simile sgarro del Governo Italiano? Fin dall'inizio la risposta dell'Italia è stata debole ed inadeguata, le prove del coinvolgimento dei due marò nell'uccisione dei due pescatori sono state palesemente alterate e i nostri soldati sono stati attirati nel porto Indiano con l'inganno.
Forse l'idea di non rimandarli indietro è stato un tentativo atto a verificare quale sarebbe stata la reazione Indiana, con la segreta speranza che New Delhi lasciasse perdere la questione?
La decisione appare assurda e immotivata, la situazione ora è ben peggiore rispetto a prima e con la scusa del capriccio Italiano potrebbero decidere di chiuderli in cella e buttare via la chiave.
Quale sarà la sorte di due soldati la cui unica colpa è stata quella di operare nell'esercizio anti pirateria sotto mandato ONU?
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