giovedì 7 ottobre 2010

Ponti d'oro per Profumo



La buonuscita da 40 milioni di euro, che il gruppo Unicredit ha scucito senza battere ciglio a Profumo, ha attirato l'attenzione della Banca d'Italia, che non riesce a spiegarsi il ricco assegno concesso.
Una cifra enorme, pari a un buon Superenalotto, nonostante qualche mese fa l'assemblea del gigante avesse votato all'unanimità contro i paracadute dorati garantiti ai manager, che mettevano a rischio oltre che la reputazione della banca, anche il conto economico.
A Profumo va certamente il merito di aver accresciuto enormemente le dimensioni di Unicredit, anche se il suo trattamento di fine rapporto ricorda le vicende dei manager americani, che abbandonavano banche come Citigroup e Merrill Lynch sull'orlo del fallimento, con bonus autoassegnati per svariati miliardi di dollari.
Da qui la decisione della City di punire gli intraprendenti manager con una super tassa una tantum che ha addirittura azzerato il valore di quei bonus.
Per determinare il valore della buonuscita in realtà basterebbe leggere la relazione sulla governance di Unicredit, che la calcola considerando 36 mensilità di retribuzione globale annua.
Nel bilancio della banca si parla di circa 4 milioni di euro senza contare i bonus, che portano ad un totale di circa 12 milioni di euro.
La cifra lievita notevolmente se andiamo a considerare anche i bonus e gli incentivi, che però variano in funzione dei risultati ottenuti.
Si stima che la retribuzione globale di Profumo sia stata nel 2009, di circa 9 milioni di euro, corrispondenti a 27 milioni, avrebbe quindi ricevuto 53 mensilità, invece delle canoniche 36 .
Evidentemente le modalità di calcolo hanno considerato anche altri fattori che possono riguardare un patto di non concorrenza, oltre che la garanzia di riservatezza.
E' anche vero che le banche italiane non hanno fortunatamente beneficiato di aiuti di stato, quindi potremmo evitare di preoccuparci di quanti soldi si metterà in tasca Profumo.
Tuttavia esiste una circolare emessa dalla Banca d'Italia per cui la componente variabile della retribuzione di un manager, deve essere commisurata ai risultati conseguiti, sino ad annullarsi in caso di performance negativa.

Tale situazione non è poi molto lontana dalla realtà, visto che il gruppo ha chiesto ai sindacati un taglio di oltre 4000 posti di lavoro, inoltre il margine operativo lordo del primo semestre 2009 era stato di 800 milioni di euro, mentre quest'anno è crollato a 13 milioni.
Meno di un terzo del compenso di Profumo.

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