lunedì 6 settembre 2010

Europa - il processo di integrazione



L'espulsione forzata di centinaia di Rom dalla Francia da parte di Nicolas Sarkozy ha fatto scuola e Roberto Maroni, ministro dell'interno, ha colto l'occasione per chiedere alla commissione UE l'approvazione di un provvedimento per l'espulsione dei cittadini comunitari che non rispettano le regole.
La crisi economica unità all'emergenza sociale, sta creando nei governi dei principali paesi europei una deriva nazionalista, che rischia di minare il lungo processo di integrazione europeo.
In momenti di difficoltà come questo, ci appaiono incomprensibili le ragioni per cui è necessario accogliere nell'unione nazioni meno ricche di noi e non ci riconosciamo nelle politiche di integrazione.
Per questo è utile ripercorrere brevemente le ragioni e gli ideali che hanno portato alla nascita di una "Europa Unita", che fatica a divenire un'unione di popoli.

Gli organismi europei internazionali che nascono negli anni cinquanta, sono il prodotto del clima della guerra fredda e della volontà di lasciarsi alle spalle le macerie di una guerra, nata per effetto degli esasperati nazionalismi.
Tuttavia la genesi dell'Europa ha radici ben più antiche che affondano nell'Illuminismo, nate da ideali rielaborati nel '700 dopo la pace di Westfalia del 1648, che aveva segnato il trionfo delle tendenze particolaristiche e l'affermarsi degli Stati nazionali.
Tali derive nazionaliste culminarono con la sanguinosa guerra franco-prussiana, che segnò l'apice della tensione tra le due potenze, accresciutasi in considerazione dei progetti di conquista dell'egemonia europea da parte dello stato prussiano.

Scriveva Victor Hugo il 29 agosto 1876:

"Quel che succede in Serbia dimostra la necessità degli Stati Uniti d'Europa. Che i governi facciano posto ai popoli uniti. Finiamola con gli imperi assassini. Mai più guerre, mai più massacri, mai più carneficine: libero pensiero, libero scambio, fratellanza. E' dunque così difficile la pace? La Repubblica d'Europa, la Federazione continentale, non vi è altra realtà politica diversa da essa. Su questa realtà, che è una necessità, tutti i filosofi sono d'accordo e oggi i boia uniscono la loro dimostrazione alla dimostrazione dei filosofi. Ciò che le atrocità della Serbia mostrano senza ombra di dubbio è la necessità di una nazionalità europea, un governo uno, un immenso arbitrato fraterno, la democrazia in pace con se stessa: in una parola, gli Stati Uniti d'Europa".

A quel tempo un tale concetto rappresentava un'utopia, vagheggiata esclusivamente negli ambienti culturali.
Solo con la seconda guerra mondiale potè realizzarsi in un progetto concreto e oggi tutti noi ne possiamo osservare gli effetti.
Fino a questo momento l'Europa è divenuta una realtà politica ed economica, che sta accrescendo il suo peso nello scacchiere mondiale.
Dal 2002 la moneta unica circola nelle tasche di tutti noi e questo ha costituito un fatto di grande portata, in quanto da quel momento l'Europa è entrata nella nostra quotidianità, cessando di essere impercettibile.
Certamente il processo di integrazione non può includere solo la sfera economica ed è per questo che è in corso un'enorme balzo in avanti che riguarda la coesione sociale, che si scontra tuttavia con le barriere culturali e linguistiche.
L'allargamento a paesi meno ricchi di noi, necessario per garantire stabilità a tutto il continente ci obbliga a essere generosi, ed ad accogliere popolazioni che accorrono in cerca di una migliore fortuna.
La missione originaria della CEE era proprio quello di garantire pace e stabilità tramite l'integrazione e il suo successo più straordinario è stato quello di aver sanato il secolare conflitto tra Germania e Francia.
Dopo la caduta del muro di Berlino non si può rinunciare a estendere la zona di pace e stabilità a est, anche si sta discutendo molto dell'allargamento alla Russia, che per cultura ed economia è molto dissimile da noi.

L'Europa è stata fondata su principi da considerare imprescindibili: libertà, democrazia, tolleranza, solidarietà e tutela dei diritti umani.
La speranza è che la crisi economica e l'emergenza sociale che stiamo vivendo non causino una battuta di arresto a un'ideale che ci ha consentito di raggiungere il benessere la pace.

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