Passato l'allarme mediatico, sembra che si siano tutti dimenticati del dramma ecologico che si sta consumando nel Golfo del Messico. Decine di migliaia di barili di greggio fuoriescono ogni giorno dalla voragine sottomarina apertasi in cause non sconosciute e ancora non si è riusciti a mettere un tappo alla falla. Innumerevoli le congetture che tentano di spiegare come si sia potuto verificare un incidente del genere, da bolle di metano fuoriuscite dal fondale che hanno fatto esplodere la piattaforma, fino addirittura all'ipotesi di sabotaggi da parte di chissà quale commando. Ma forse la verità è molto più semplice, l'avidità umana ha permesso di estrarre il petrolio a profondità inaudite e irraggiungibili per qualunque mezzo umano, senza domandarsi a cosa si sarebbe andati incontro qualora qualcosa fosse andato storto. Come se non bastasse è emerso che molto probabilmente l'incidente si è verificato a causa di scelte tecniche sbagliate, fatte volutamente per ridurre i costi di estrazione.
Così la zanzara Deep Horizon ha trivellato il fondale del mare, mettendo a nudo un giacimento sepolto là sotto da milioni di anni e nessuno ora sa più come richiuderlo. Gli uomini della BP, impotenti di fronte al disastro, si sono difesi dicendo che non era mai stato pensato ad un piano per le emergenze a quelle profondità. Accecati dal denaro hanno scoperchiato il vaso di Pandora e adesso tutti noi ne pagheremo le conseguenze. Le creature marine muoiono tra atroci tormenti e la terra è avvelenata dalla marea nera. Ma per qualcuno il rischio è giustificato dai ricavi miliardari. Se non altro la tragedia ha persuaso il mondo che è ora di cambiare fonte di energia e la sorte, forse non a caso, ha voluto che a pagarne il prezzo più alto fosse la nazione più ingorda di petrolio.
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